Si sono già sollevate polemiche riguardo alla notizia dell’inserimento del PalaLavinium di Pomezia, vero e proprio fiore all’occhiello del nostro territorio per quanto riguarda gli impianti sportivi (non a caso è qui che vengono disputati gli incontri di grande richiamo come quello di domani di pugilato), nel piano delle alienazioni immobiliari dell’anno corrente (leggi qui). Tutto questo è scaturito dalla delibera 2016/83 dell’otto aprile scorso ed ora in molti si interrogano sul futuro della struttura. Ma soprattutto, oggi, si cerca di capire il perché di tale scelta.
Intanto, facendo un passo indietro, siamo andati a prendere l’atto ufficiale del provvedimento scaricabile dal sito del Comune di Pomezia. “Per procedere al riordino, gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare di Regioni, Province, Comuni e altri Enti locali, nonchè di società o Enti a totale partecipazione dei predetti enti, ciascuno di essi – leggiamo nel documento – con delibera dell’organo di Governo individua, redigendo apposito elenco, sulla base e nei limiti della documentazione esistente presso i propri archivi e uffici, i singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione. L’inserimento degli immobili nel piano ne determina la conseguente classificazione come patrimonio disponibile, fatto salvo il rispetto delle tutele di natura storico-artistica, archeologica, architettonica e paesaggistico-ambientale.”
Tale premessa è d’obbligo per capire le motivazioni alla base di un provvedimento di questo tipo. Il PalaLavinum, di fatto, non risulta essere ‘strumentale all’esercizio delle funzioni istituzionali del Comune di Pomezia’ e quindi viene venduto? Sembrerebbe essere proprio così. Tra l’altro la struttura è la sola a comparire nell’elenco per il 2016, elenco che, per il 2017 e 2018 si arricchisce invece dell’Auto Parco Comunale di Via Cincinnato (valore 300.000 mila euro) e di 94 abitazioni site in Piazza Aldo Moro (valore oltre 2 milioni di euro).
Per quanto riguarda il capitolo dei beni da destinare invece ad azioni di P.P.P. (Partnerariato Pubblico Privato) la maggior parte delle voci riguarda la Selva dei Pini – tra l’altro proprio in questi minuti oggetto di polemica per l’elevato stato di degrado in cui versa parte dell’area -: dal campo da calcio alle piscine, dai campi da tennis passando per i locali spogliatoi. A completare l’elenco, in quello che viene denominato “Piano delle Valorizzazioni Immobiliari”, troviamo infine lo scheletro del Teatro Comunale di Via Virgilio ed il Museo di Pratica di Mare.