Nel maggio 2021, la baby gang “18” di Roma Sud ha compiuto un atto atroce, pestando un ragazzo di 17 anni con disturbi cognitivi, utilizzando una ragazza – fidanzata con un loro membro – come esca. L’azione criminale è stata documentata attraverso video e testimonianze, portando all’incriminazione di cinque adolescenti e della complice. Ora, i sei bulli cercano di porre rimedio alla loro condotta attraverso la richiesta di messa alla prova, sottoponendosi a programmi di reinserimento.
Baby gang “18”: tre membri condannati all’assistenza dei disabili dopo l’aggressione di Garbatella
L’avvocato Filippo Valle ha accompagnato i ragazzi nel chiedere la messa alla prova, proponendo la partecipazione a programmi di reinserimento, tra cui l’assistenza a ragazzi disabili. Il giudice ha approvato la richiesta per tre di loro, compreso il ragazzo conosciuto come “Fragolone”. Per gli altri tre, la decisione è stata rinviata, in attesa di valutare i programmi che verranno presentati nei prossimi mesi.
Lo scontro tra baby gang a Roma Sud
Le indagini della procura per i minorenni hanno rivelato uno scenario allarmante di dogmi e regole rigidamente seguite dalla baby gang. Le conversazioni intercettate hanno evidenziato scontri frequenti tra la banda “17” e la banda “18”, entrambe composte da circa 100 ragazzi tra i 13 e i 17 anni, che ricalcano il fenomeno delle gang sudamericane. Le bande si incontrano in luoghi come Garbatella e Eur, condividendo sui social video delle loro azioni violente.
Le chat rivelano la pianificazione di risse e spedizioni punitive contro presunti pedofili o coloro che hanno causato fastidio. Le bande, rivali tra loro, hanno regole ferree, tra cui la proibizione di picchiare persone con disturbi cognitivi e il divieto di attaccare in gruppo una singola persona.
Il pestaggio alla Garbatella del ragazzo disabile
Il 17enne vittima del pestaggio ha raccontato di essere caduto in una trappola organizzata da uno dei membri della banda, subendo un brutale attacco da parte di sei o sette individui. Il video del pestaggio è stato diffuso online, scatenando reazioni e minacce da parte delle gang rivali. La procura per i minorenni sta approfondendo le indagini sulle baby gang romane, esaminando attentamente le chat e gli atti del caso. Nel frattempo, la sentenza definitiva per i membri della banda “18” rimane in sospeso, mentre la società locale rimane in allerta contro la violenza giovanile.