Rapito e sequestrato a Roma, incubo per un 53enne. Un uomo, attirato in un appuntamento trappola con una scusa, è stato prima picchiato, poi portato via da una banda che l’ha tenuto segregato in attesa che la famiglia versasse il riscatto. 50mila euro: questa la richiesta di denaro avanzata dai malviventi.
Sono stati i Carabinieri della Compagnia di Frascati, coadiuvati nella fase esecutiva dai colleghi della Compagnia di Roma Casilina, a chiudere il cerchio su una gravissima vicenda avvenuta nella Capitale che ha visto il sequestro di persona di un 53enne straniero. Quattro le persone fermate dai Militari a cui si aggiunge una quinta, destinataria di un fermo di indiziato di delitto, rintracciata grazie all’arresto degli altri componenti del sodalizio criminale. Devono ora rispondere, a vario titolo, di sequestro di persona a scopo di estorsione, rapina aggravata e lesioni personali.
Rapimento a Roma
L’indagine è scattata il 1° ottobre scorso, dopo la denuncia presentata ai Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca da parte di un cittadino del Bangladesh che riferiva della scomparsa del fratello che dal 29 settembre non aveva fatto ritorno a casa. In particolare, l’attività investigativa condotta dai Carabinieri – coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia – ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine al fatto che gli indagati, con un tranello, hanno attirato la vittima, l’hanno rapinata e sequestrata, chiedendo un riscatto ai suoi familiari, per poi liberarlo dopo aver ricevuto 10.000 euro. Ma andiamo con ordine.
Il sequestro
La vittima, trasportata in un vero e proprio incubo, è un uomo del Bangladesh di 53 anni. E’ lui che nella mattinata del 3 ottobre scorso, una volta rilasciato, ha denunciato ai Carabinieri che la notte del 30 settembre, tramite un appuntamento telefonico, aveva incontrato in via delle Cave, zona Tuscolano, a Roma, uno degli indagati, che credeva essere suo amico; all’appuntamento però quest’ultimo si era presentato con altri quattro uomini che lo avevano aggredito con pugni e calci.
Nell’immediato al 53enne sono stati portati via 7.200 euro in contanti che aveva con sé, la macchina, due telefoni cellulari, dei documenti e la sua carta prepagata; poi, sotto la minaccia di due coltelli puntati alle tempie, lo hanno imbavagliato, legato e condotto in un rifugio. Secondo quando ricostruito dai Carabinieri l’uomo sarebbe quindi stato spostato anche in altre zone, altri covi segreti, e tenuto quasi sempre legato e imbavagliato. L’obiettivo della banda? Chiedere un riscatto ai familiari della vittima – circa 50mila euro la cifra richiesta avanzata alla madre dell’uomo – cercando di essere il più convincenti possibile. Ovvero, picchiando e minacciando a più riprese il malcapitato.
Il primo pagamento e il rilascio
E l’azione brutale ha portato i primi frutti. All’alba del 3 ottobre ai rapitori è stato comunicato che i suoi parenti avevano versato una rata di 10.000 euro in contanti a un personaggio in Bangladesh, non ancora identificato. La tranche ricevuta ha convinto il gruppo criminale a rilasciare la vittima che, soccorsa, è stato portato presso l’ospedale di Roma Tor Vergata a causa delle ferite riportate (ottenendo 30 giorni di prognosi, ndr).
Gli arresti
Arriviamo così alla stretta attualità. In queste ore l’attività investigativa condotta dai Carabinieri di Frascati, ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza circa i ruoli di ciascuno degli indagati. Uno in particolare, un cittadino del Bangladesh, è ritenuto il promotore e l’organizzatore del sequestro di persona mentre gli altri 4 sono sospettati di essere gli esecutori materiali. I provvedimenti di fermo si sono resi necessari poiché era emerso che l’organizzatore del sequestro stava pianificando di fuggire all’estero; ma non solo: stando a quanto emerso c’era anche l’intenzione di effettuare un secondo sequestro di persona sempre nei confronti della stessa vittima, per ottenere un’ulteriore somma di denaro dato che i 10.000 euro versati inizialmente, erano considerati soltanto una prima rata dell’intera somma inizialmente richiesta e quindi non sufficienti. Dopo l’arresto i 5 sono stati condotti presso Regina Coeli dove il Tribunale di Roma ha convalidato i fermi, disponendo per tutti la custodia cautelare in carcere: si tratta di 3 cittadini del Bangladesh, di un indiano e un cittadino Afghano, tutti già con precedenti.