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Vaccino Covid, caos nel Lazio: posti esauriti per le persone fragili a Roma

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Vaccino Covid

Nonostante l’esperienza della pandemia, il Lazio continua ad avere problemi con la distribuzione del vaccino per il Covid-19. Come emerso dalle testimonianze delle persone che vorrebbero sottoporsi al vaccino, i posti per le persone fragili sono introvabili a Roma. Tutto ciò, peraltro, mentre la malattia è tornata a contagiare i cittadini e siamo entrati nel periodo autunnale, che rinomatamente si porta dietro le influenze stagionali e i raffreddori. 

Vaccino Covid, tornano i problemi nel Lazio: esauriti i posti per le persone fragili a Roma

Secondo la testimonianza delle persone che dovranno sottoporsi al vaccino, i posti per le persone fragili sarebbero disponibili solamente dai primi giorni di Novembre. Una condizione troppo rischiosa per chi ha uno stato di salute fragile, ovvero quelle persone che per la propria patologia rischiano più di altre di contrarre il Covid e vedere come mortale questa tipologia di virus. 

Non bastano le dosi per anziani e malati gravi

Grazie ai dati in nostro possesso, alla radice del problema ci sarebbe un errore di calcolo in chi ha ordinato le dosi per il territorio del Lazio. Gli enti che hanno effettuato questo errore, sembrerebbe abbiano sottostimato il numero delle persone anziane e dei malati gravi all’interno della nostra Regione. Nella pratica, ci sarebbe stato un calcolo errato legato alle persone fragili di tutto il territorio regionale, che avrebbe concordato un numero non idoneo di dosi vaccinali per soddisfare tutta l’utenza che ne aveva estrema necessità. 

Gli appuntamenti giornalieri a Roma per il vaccino

A Roma, l’intenzione era di viaggiare sulla media di 500 appuntamenti giornalieri per effettuare le dosi del vaccino anti-Covid. Un sistema che avrebbe dovuto filare liscio come l’olio, considerata anche l’esperienza della vaccinazione obbligatoria in piena pandemia. In realtà, le dose vaccinali non sono bastate per soddisfare neanche il primo giorno di richiami, poiché i medici chiamati agli ambulatori avevano osservato di non aver a disposizione “le 500 dosi per tutti i pazienti”. 

 

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