Dopo 33 anni potrebbe esserci stata una svolta su un omicidio di Camorra avvenuto 33 anni fa a Napoli. La vittima, Angelo De Caro, venne assassinata in Via Gherardo Marone nel giugno del 1990: quattro le misure cautelari emesse nella giornata di ieri nei confronti di altrettante persone. Le indagini fanno luce anche su altro omicidio, quello di Pasquale Bevilacqua, avvenuto nel febbraio dell’anno successivo.
Delle persone destinatarie delle misure cautelari, soltanto Carmine Costagliola era a piede libero: è stato fermato, come riporta Il Messaggero, nella zona del X Municipio a Roma dagli agenti del Distretto di Ostia nei giorni scorsi. Su di lui pende l’accusa di omicidio insieme ai boss Vincenzo Licciardi, Gaetano Bocchetti e Giuseppe Lo Russo, già detenuti da anni.
Chi è Carmine Costagliola detto “provolino”
Secondo quanto ricostruito Costagliola, che nel frattempo si era trasferito nella Capitale, nella zona di Dragoncello dove è stato fermato dai poliziotti, avrebbe partecipato all’omicidio di Angelo De Caro, perpetrato il 6 giugno 1990. Ma se le altre persone coinvolte erano finite già in carcere, Costagliola si era ritagliato la sua nuova vita sul litorale romano: all’epoca dei fatti, parliamo ormai di 33 anni fa, sarebbe stato legato ai clan Lo Russo, federati con i Licciardi e Sacco Bocchetti nell’Alleanza di Secondigliano. Da quanto si apprende, in questi anni, ha anche partecipato a diverse fiction come comparsa.
Le accuse
Le quattro persone indagate sono accusate, a vario titolo, di omicidio aggravato dal metodo mafioso. In particolare Giuseppe Lo Russo, in carcere dal ’98, è accusato di entrambi gli omicidi, mentre Vincenzo Licciardi e Gaetano Bocchetti di quello di Pasquale Bevilacqua, consumatosi il 6 febbraio 1991, anche loro detenuti dal 1998; infine Carmine Costagliola che è accusato di omicidio nel solo caso di Angelo De Caro. La misura cautelare è stata disposta al termine delle indagini preliminari e le persone sottoposte alle indagini sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.