Prima si è trovato a difenderla, poi è divenuto lui stesso parte lesa. Le sorti per un avvocato difensore di Roma si sono completamente ribaltate quando si è trovato ad assistere legalmente una nonna “stalker”. La donna ha tartassato di chiamate e pedinamenti un avvocato che aveva incaricato per una causa personale nel 2021. Dopo mesi di richieste insistenti da parte dell’assistita però, l’uomo si è trovato costretto a denunciare l’anziana per stalking pur di sfuggire alle sue manie.
Per mesi la signora non ha lasciato tregua all’avvocato, arrivando anche ad assalirlo con calci e pugni dopo i suoi continui depistaggi. “Ho avuto paura, mi ha aggredito come una furia”, ha raccontato l’uomo a Repubblica.
Nonna assolda avvocato per una causa e lo perseguita per mesi
La storia raccontata trascende dalla semplice consulenza legale. L’anziana ad aprile 2021 aveva contattato un avvocato per farsi assistere giuridicamente e poter rivedere la nipotina, allontanata dalla nonna dopo una discussione famigliare. La costituzione di fronte al tribunale dei minori è arrivata nel giugno del 2021 e da allora l’assistenza legale è diventata una gabbia per l’avvocato difensore. Le richieste nei confronti del legale sono diventate pressanti e insistenti, a tal punto che l’avvocato avrebbe modificato le sue abitudini per sfuggire alle pressioni della sessantottenne.
Sul registro telefonico, una valanga di chiamate sia in studio, sia sul telefono personale del legale. Alla mancata risposta seguivano anche comparsate di persona, senza appuntamento e direttamente nello studio legale. Un rapporto asfissiante che ha costretto l’uomo prima a dover mettere il rapporto professionale in chiaro e poi, di fronte alla mancanza di collaborazione della donna, a interromperlo del tutto.
Nonna “stalkerizza” il suo avvocato: ai domiciliari
A settembre l’avvocato difensore consiglia così alla donna di trovarsi un altro legale. Il messaggio però non viene colto dalla cliente e la nonna stalker continua perciò ad accanirsi, chiedendo informazioni all’uomo e presentandosi nei luoghi da lui frequentati. “Me la ritrovavo davanti casa, mi ha anche pedinato”, ha raccontato la vittima. Ai pedinamenti sarebbero seguiti anche bigliettini nella cassetta delle lettere, facendo riferimento a un presunto innamoramento misto ad atteggiamenti ossessivi.
Al rifiuto, la donna ha poi reagito violentemente. “Mi ha preso a calci e pugni con violenza inaudita”, ha raccontato il legale in aula, al cospetto della giudice Mara Ferrara. La nonna stalker avrebbe negato tutto e bisognerà aspettare la sentenza in primo grado per capire se si tratta davvero di un caso di stalking o no. Intanto la donna rimane ai domiciliari: almeno da lì non potrà tormentare il suo avvocato.