C’è un monumento a Roma che molti scambiano per il Colosseo: si tratta del Teatro di Marcello nell’area meridionale del Campo Marzio. Questo teatro fu costruito per volere di Augusto in epoca tardo repubblicana e fu dedicato a suo nipote nonché suo erede Marco Claudio Marcello, figlio di sua sorella Ottavia e promesso marito di sua figlia Giulia. Siete curiosi di saperne di più su questo monumento di Roma?
La storia del Teatro Marcello di Roma, il monumento confuso col Colosseo
L’importanza dei ludi in epoca tardo repubblicana nella propaganda elettorale per avere il consenso del popolo è cosa risaputa.
La costruzione del Teatro di Marcello fu iniziata probabilmente, secondo alcuni storici, durante l’epoca di Giulio Cesare. In realtà, secondo la maggior parte delle fonti, fu Ottaviano Augusto a volere la realizzazione di un teatro per far dimenticare al popolo quello realizzato da Pompeo nel 55 a.C. nel Campo Marzio.
I lavori di costruzione terminarono nel 17 a.C., anno in cui fu inaugurato il teatro in pompa magna. Il monumento fu dedicato al pupillo di Augusto, suo nipote Marcello, eletto anche suo erede, morto però prematuramente a Baia nel 27 a.C.
Per la realizzazione di questo edificio furono abbattuti gran parte dei preesistenti monumenti collocati a Campo Marzio, tra cui il Tempio della Pietà e per questo motivo Augusto fu aspramente criticato dal popolo romano.
Il teatro rimase attivo per i ludi fino al IV sec.d.C. e fu restaurato sia da Vespasiano che da Domiziano.
Da alcuni fonti sappiamo che la capienza massimo dell’edificio era di 20.000 persone e che il teatro era coperto da un velario e aveva una statua in bronzo dorato raffigurante Marcello, figlio di Ottavia.
L’edificio in epoca medievale
In epoca medievale il Teatro di Marcello fu riconvertito e trasformato in una fortezza e passò sotto il dominio di diverse famiglie nobili romane tra cui i Fabii, i Pierleoni e successivamente i Savelli. Furono proprio i potenti Savelli a ristrutturare l’edificio e trasformarlo in una residenza nobiliare di tutto rispetto. Il restauro però comportò la demolizione di una buona parte dell’antico teatro di epoca romana.
Il palazzo ebbe il suo periodo di massimo splendore con il cardinale Giulio Savelli che fece portare nell’edificio la sua collezione di opere d’arte e istituì anche un cenacolo letterario, attirando artisti e poeti da ogni angolo d’Italia.
Nel Settecento l’edificio fu comprato da Filippo Orsini d’Aragona e rimase di proprietà della famiglia Orsini fino agli inizi del XX secolo.
Successivamente passò a Leone Caetani, duca di Sermoneta, e divenne noto come Palazzo di Sermoneta. Negli anni ’30 passò al Comune di Roma che provvide a restaurare il teatro, eliminando le botteghe artigiane che c’erano nelle varie arcate.
Una parte del palazzo, ben 4 piani, sono di proprietà dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. Nel 2012 il Principe Orsini è riuscito a ricomprare parte dell’antico palazzo Orsini per farne la sua residenza privata.