Un borgo, anzi una città fantasma rimasta a testimonianza di un passato che oggi non c’è più. Si tratta di una località forse non troppo conosciuta ma che rappresenta la meta ideale per una gita fuori porta nel Lazio: siamo a due passi dal Lago di Bracciano, completamente immersi nella natura, tra i monti della Tolfa e quelli sabatini.
Stiamo parlando di Monterano, o meglio della sua parte antica. Si tratta di ciò che resta dell’antico nucleo abitato che ancora oggi, benché l’area sia totalmente abbandonata (nel senso di disabitata, ndr), si può visitare. Andiamo dunque alla scoperta di questo bellissimo sito dall’alto valore storico e culturale.
Alla scoperta di Canale Monterano
Il Comune in oggetto si chiama Canale Monterano. E’ situato nella parte occidentale del lago di Bracciano, tra Tolfa/Allumiere e il Comune di Bracciano, a ridosso dei centri di Manziana e Oriolo Romano. Il borgo si distingue dalla parte moderna, quella chiamata per l’appunto Canale Monterano (che conta poco più di 4.000 abitanti, ndr), da quella antica, denominata antica Monterano dove oggi non vive più nessuno. Molto suggestiva, negli anni è stata location di molti film, il più celebre di questi senz’altro Il Marchese del Grillo.
Ad ogni modo, le “due anime” del Paese distano l’una dall’altra circa 11 minuti in macchina ma per accedere alle rovine della parte antica è necessario percorrere un sentiero. Nella parte nuova è possibile ammirare, presso la Piazza principale, Piazza del Campo, la fontana ottagonale del Bernini che originariamente si trovava nella parte vecchia (al suo posto resta un fedele calco della struttura). Oltre a questo si può raggiungere la frazione di Montevirginio, da visitare la chiesa Ottocentesca di S. Egidio Abate, oppure le tombe etrusche de “l’ara del tufo”, testimonianza di una serie di abitati etruschi nella zona.
La parte antica: la città fantasma dell’antica Monterano
Arriviamo così alla parte antica, quella ormai disabitata. Insomma, un vero e proprio borgo fantasma come detto. Ma le rovine rappresentano davvero un unicum per questo territorio che vale senza dubbio la pena di visitare, anche perché inserite in una cornice naturale da lasciare senza fiato, quella dell’omonima riserva naturale Regionale. I resti dell’antica civiltà sono davvero suggestivi e dall’alto valore architettonico: qui troviamo il palazzo Baronale, la Chiesa e il Convento di San Bonaventura, ideati da Lorenzo Bernini.
Nell’area si fondono stili e costruzioni di epoche diverse che vanno a formare un paesaggio complessivo davvero bello. Nella Piazza intitolata a San Bonaventura si trova, come detto, la fontana a base ottagonale copia di quella originale collocata nella parte nuova; lo stesso percorso che ha intrapreso anche la statua del Leone che si trova a ridosso del palazzo Baronale: anche questa è una riproduzione dell’originale collocata nell’atrio del palazzo comunale di Canale Monterano. Completano il quadro i resti della chiesa di San Rocco, della Porta e della via Gradella, il campanile, alcune case e le mura.
Quando è stata abbandonata
L’antica parte della città, nel corso del tempo, è stata abbandonata due volte, la prima soltanto temporaneamente, la seconda in modo definitivo. Vari studi collocano nell’area, questo altopiano di tufo, insediamenti etruschi – come accennato in precedenza – quando Monterano era un importante caposaldo della lucomonia di Caere (oggi Cerveteri), ovvero la massima carica politica all’interno delle città etrusche, che controllava l’alto bacino del fiume Mignone.
Abbandonata una prima volta, ritrovò splendore nell’alto medioevo grazie al ruolo di capoluogo di una vasta diocesi che si estendeva dal lago di Bracciano ai monti della Tolfa. Grazie al Bernini divenne una vera e propria “perla” barocca, in virtù dei monumenti giunti fino a noi, prima di finire disabitata completamente alla fine del 1700: decisive furono da un lato la diffusione della malaria, dall’altro alcuni scontri tra i sostenitori del Papa e i giacobini francesi, protettori della Repubblica romana.
Come arrivare
Per raggiungere le rovine dell’antica Monterano è sufficiente seguire, partendo dalla parte nuova/Canale Monterano (dal centro di Roma sono meno di 60km), le indicazioni per la Riserva Naturale fino a raggiungere una zona sterrata; qui potrete lasciare l’auto presso il parcheggio della Diosilla e proseguire a piedi. La città fantasma si raggiunge così impegnando il percorso rosso e poi una piccola stradina che porta sull’altura. In tutto sono circa 3.5km per un tempo di percorrenza (fonte: Parchilazio.it) stimato in 2 ore e mezza. Nel corso della passeggiata ammirerete una cascata, le miniere di zolfo, la tagliata etrusca chiamata “Cavone”, cioè l’antico percorso di ingresso alla parte abitata oggi non più percorribile, fino ad arrivare alle rovine.