Farà sicuramente discutere e solleverà polemiche tra maggioranza e opposizione la risposta inviata dalla Regione Lazio lo scorso 8 marzo in merito ai presunti abusi edilizi, o meglio “presunte illegittimità degli edifici siti in località Torvaianica Alta” che si riferiscono alle abitazioni dei consiglieri Giuseppe Raspa, capogruppo del Movimento 5 Stelle, e Gianfranco Petriachi, consigliere M5s e presidente della Commissione Urbanistica al Comune di Pomezia.
Dopo un esposto presentato lo scorso anno da un costruttore locale alla Regione Lazio, quest’ultima aveva inviato la richiesta di chiarimenti al dirigente del settore urbanistica ma, nonostante “ripetuti solleciti – si legge nel documento – tendenti ad acquisire conoscenza sulla legittimità dei fabbricati indicati, si è constatata la sostanziale inattività verso gli obblighi di vigilanza […] in quanto, allo stato, non risultano pervenute relazioni a chiarimento di quanto richiesto, ma solo trasmissione di atti privi del richiesto esame di legittimità”.
La Regione, “tenuto conto del lungo tempo trascorso, tramite un funzionario preposto dell’Area, il giorno 03/03/2916” ha eseguito “un accesso presso gli uffici comunali per reperire materiale documentale su supporto digitale relativo alla conoscenza degli elaborati grafici posti a base dei titoli abitativi degli edifici indicati, nonché a eseguire un preliminare sopralluogo sul posto per verificare lo stato dei luoghi documentato da un rilievo fotografico”.
La Regione ha quindi rilevato che uno dei due edifici presenterebbe “un sostanziale aumento di altezza di parte del sottotetto attuale. Inoltre il porticato posto al piano terra del medesimo manufatto, previsto tutto aperto nel progetto citato, si presenta ora parzialmente tamponato. Le modifiche citate indicano di fatto la avvenuta realizzazione di opere difformi dal progetto edilizio a suo tempo licenziato dal Comune”, mentre per l’altro si rileva che “una residua possibile irregolarità del manufatto potrebbe essere individuata nei locali posti al piano sottotetto che risultano progettualmente con altezza interna al colmo pari a mt. 2,30 con destinazione d’uso “deposito occasionale”, quindi non abitabile. Tuttavia il sopralluogo ha permesso di rilevare la presenza di un ulteriore manufatto, di non meglio accertate dimensioni, posto all’interno del cortile di proprietà, probabilmente adibiti a deposito-cantina, di cui non risulta la presenta di titoli abilitativi rilasciati”.
“Constatata la presenza di manufatti posti in condizione di illegittimità – scrive ancora la Regione – al fine di evitare comportamenti omissivi o dilatori di attività comunque poste alla competenza e alla responsabilità del Dirigente comunale pro tempore, si diffida a voler effettuare entro e non oltre 7 giorni dal ricevimento della presente pieno riscontro delle attività ispettive regionali prospettate, nonché di emettere gli eventuali provvedimenti repressivi del cado, al fine di non compromettere l’operato di questa Direzione Regionale relativo alla verifica della correttezza dell’attività comunale sulla materia urbanistica edilizia”.
Il documento conclude con un “Si comunica altresì che in mancanza di idoneo riscontro alla presente si valuterà l’eventuale ricorso alle misure sostitutive di cui all’art. 31 della L.R. 15/08 mediante nomina di un Commissario ad Acta”.
L’Area Vigilanza della Regione Lazio, in applicazione della stessa legge, ha inoltrato la segnalazione alla Procura, competente in caso di riscontrate illegittimità sugli immobili. A questo punto sarà quindi la stessa Procura – ma prima di questa dovrebbe essere il Dirigente comunale oppure il Comando di Polizia Locale di Pomezia – a dover dare seguito ad i controlli ed eventualmente denunciare per ipotesi di reato urbanistico-edilizio le persone coinvolte, qualora se ne riscontrassero i presupposti esposti dalla Regione Lazio.
A oggi, presso la Regione Lazio, una risposta alla richiesta effettuata dal dirigente dell’Area “Vigilanza urbanistico-edilizia e contrasto all’abusivismo”, nonostante i 7 giorni indicati siano abbondantemente passati. Non sappiamo se la procedura di nomina di un Commissario ad Acta regionale sia già stata intrapresa, in quanto richiede di solito tempi piuttosto lunghi. Ma il punto, al di là del fatto che gli abusi siano stati fatti o meno (su questo sono gli organi preposti a doversi esprimere), è la poca trasparenza da parte del Comune nel gestire questa vicenda che vede coinvolti il capogruppo della maggioranza e il Presidente proprio della Commissione Urbanistica: la Regione Lazio ha infatti rimarcato il fatto che nonostante “i ripetuti solleciti trasmessi”, nessuna relazione chiarificatrice è mai giunta alla Regione. Perché?