La vicenda legata alla morte di Alessandro, bambino di 8 anni morto per Covid, infiamma l’ASL di Frosinone. Per il decesso del bimbo, come scrive Il Corriere della Sera, oggi sono imputati una pediatra e un’anestesista, con la pesante accusa di omicidio colposo. A lasciare perplessità sulla morte del piccolo, le modalità in cui lo stesso ragazzino si è spento: una vicenda su cui, dopo la denuncia della famiglia, la Procura ha voluto aprire un inchista.
La verità sulla morte per Covid di Alessandro: imputati due medici
Il giovane Alessandro era stato portato il 15 luglio del 2022 all’ospedale di Frosinone, per via di una crisi respiratoria. Nonostante il ricovero ospedaliero, le condizioni del bimbo hanno continuato a peggiorare. Situazione che avrebbe spinto i familiari, spaventati di veder morire il proprio figlio, a richiedere il trasferimento dello stesso minore presso un altro ospedale attrezzato di Roma.
Il mancato trasferimento a Roma di Alessandro
Per l’ASL di Frosinone, tale trasferimento non si è potuto svolgere. L’ambulanza dotata di un rianimatore che lo potesse seguire nel tragitto, non era disponibile: secondo le carte processuali, mesi prima l’azienda ospedaliera aveva rescisso il contratto con la ditta erogatrice di un simile servizio. A motivare il trasferimento del ragazzo, anche un reparto di rianimazione al completo dentro la struttura nel frusinate.
Le condizioni di Alessandro peggiorano
Resta come le condizioni di Alessandro continuano a peggiorare, nonostante la sua famiglia non smetta di chiedere il trasferimento del piccolo presso la struttura dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Palidoro. Non si trova l’intesa sul viaggio in eliambulanza con l’anestesista verso Roma, con i medici che sulle condizioni del bimbo – almeno secondo le denunce dei genitori – sembrano andare in difficoltà.
La morte di Alessandro
In un clima definito di agonia, e dove i genitori raccontano di come lo stesso piccolo raccontasse di “non voler morire”, Alessandro muore nel pomeriggio. La grave insufficienza respiratoria, negli istanti prima della morte, verrà accompagnata da stanchezza e immani dolori. Una situazione che, il personale medico, non è riuscita a evitare nonostante il tempestivo intervento.