I Carabinieri del Gruppo di Ostia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma – su richiesta della locale Procura della Repubblica – che dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 persone – di età compresa tra i 22 e 62 anni -, gli arresti domiciliari per altri 5 ed il divieto di dimora di ulteriori 4, tutti gravemente indiziati del reato di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti continuata in concorso.
Cocaina, crack e hashish ai ‘lotti’ di Ostia: maxi operazione anti-droga dei Carabinieri, 11 arresti
Un’attività investigativa a Ostia che va avanti da anni
Il provvedimento è frutto di un’articolata attività investigativa, che ha avuto inizio nel 2021 e si è conclusa nel 2022 coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Ostia ed ha permesso di documentare una florida attività di commercializzazione di sostanze stupefacenti (cocaina, crack ed hashish) all’interno del complesso popolare dei “lotti” di Ostia, certificando un ininterrotto flusso di acquirenti, sia in orario diurno che notturno.
Nel corso delle attività, i militari hanno arrestato in flagranza 12 persone “impiegate” con funzioni di pusher e/o di vedette, accertando una chiara suddivisione in ruoli (“palo” e “vedetta” e “cavallino”, ovvero il corriere dello stupefacente) dei soggetti indiziati delle attività di spaccio.
L’indagine, anche con l’ausilio di attività tecniche, ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine all’esistenza di un’associazione criminale strutturata, dove il sodalizio occultava lo stupefacente nei luoghi comuni del complesso abitativo: ascensori, cantine e mansarde, usando in alcuni casi gli involucri di plastica dei noti ovetti di cioccolata per confezionare dosi.
Oltre ad un 40 enne di Ostia, già noto alle forze dell’ordine, ritenuto il ‘dominus’ della piazza di spaccio, si evidenzia il ruolo di spicco nella gestione delle attività illecite anche di due donne: una 53enne moldava e una 35enne italiana, quest’ultima, tra l’altro, in stato interessante.
Ecco come funzionava la fitta rete di attività illecite
Le investigazioni hanno documentato come l’attività criminale organizzava le proprie attività illecite: da una parte la fidelizzazione dei pusher, dei ‘pali’ e delle ‘vedette’ – retribuiti con una paga fissa nonché con altri “benefit”, quali ad esempio il pranzo o la cena pagata o la possibilità di alloggiare in una mansarda/cantina del comprensorio dei “lotti” – dall’altra un costante approvvigionamento dello stupefacente per soddisfare l’ininterrotto flusso di acquirenti all’area (stimato in circa 150 persone al giorno), sia in orario diurno che notturno.
L’attività investigativa dei Carabinieri ha infatti consentito di documentare giornalmente circa 150 episodi di cessione di sostanze stupefacenti, per un incasso giornaliero stimato in circa 3.000 €.
Si precisa che i procedimenti versano nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.