Roma e il problema delle “utenze fantasma” per la Tari. Per le casse comunali, e soprattutto per l’AMA, si potrebbe parlare di un gigantesco buco economico per la gestione dei rifiuti, che potrebbero in parte spiegare anche l’emergenza nella raccolta della spazzatura lungo le strade della Città Eterna. Oggi, un quinto delle utenze capitoline non sono riconosciute, con tali realtà che rimangano a ignote anche al Comune dopo attente indagini.
Le utenze fantasma a Roma per la Tari
È di 100 milioni d’euro il buco economico riscontrato dal Campidoglio per l’evasione sulla tassazione dei rifiuti. Queste, secondo delle stime fatte dal Comune capitolino, proverrebbero dal mancato pagamento di almeno 300.000 cittadini, quantificati al 20% delle famiglie e le imprese presenti sul territorio romano. Ad aggravare la vicenda un criterioso controllo sulle utenze, con persone che non hanno dichiarato correttamente la propria residenza o la presenza di attività all’AMA.
Un circolo vizioso che aggrava le condizioni del servizio AMA
Troviamo la spazzatura in terra e le strade non lavate? Uno dei problemi sorge proprio da qui, considerato come le utenze fantasma implicano la mancanza di fondi da investire nel progetto di decoro della città. Si unisca, poi, chi non paga più la TARI vedendo le condizioni del proprio quartiere, in un fenomeno che potremmo banalmente definire come “un cane che si morde la coda”.
Chi non paga la Tari a Roma?
Secondo i riscontri comunali, le maggiori evasioni della Tari proverrebbero probabilmente dal Centro Storico di Roma. Diversi residenti starebbero boicottando la tassa della spazzatura, lamentando un oggettivo ritardo nella raccolta “porta a porta” sotto le loro case. I bidoncini verrebbero svuotati sempre più di rado, facendo accumulare la spazzatura anche sotto i portoni delle palazzine storiche della Capitale. I quartieri peraltro più colpiti da questa delicata vicenda legata al decoro, risulterebbero da anni quelli di Castro Pretorio e il Rione Monti.
Foto: Umberto Biagioli, Luciano Crolla