“Nessun risentimento” nei confronti dell’uomo che lo ha aggredito ma una richiesta: “Tutelare i medici, soprattutto quelli in prima linea come quelli che stanno al pronto soccorso e i medici di famiglia”. Intervistato da Repubblica, l’immunologo del Policlinico Umberto I Francesco Le Foche ha spiegato di avere conosciuto anche la famiglia del suo aggressore che lo scorso venerdì 6 ottobre lo ha ridotto in condizioni critiche con traumi al viso. E’ quanto ha riportato l’agenzia di stampa Ansa.
Aggressione shock a Roma, il prof Francesco Le Foche gravemente ferito da un paziente
Le parole di Francesco Le Foche
“Non ho risentimenti verso questa persona – ha detto Le Foche – precedentemente avevo visto la mamma, una persona che cercava di calmarlo e di tutelarlo. Purtroppo aveva delle problematiche psichiatriche. Ringrazio la persona che è intervenuta perché probabilmente ha evitato il peggio, lo voglio ringrazia davanti a tutti perché credo mi abbia salvato la vita”. “Noi amiamo fare i medici e siano orgogliosi e onorati di occuparci della salute delle persone ma dovremmo essere anche più tutelati. Questo è stato un caso eccezionale, una specie di cane sciolto con problematiche psichiatriche”, ha concluso.
I dati del ministero dell’Interno
Gli ultimi dati del ministero dell’Interno vedono un aumento dei posti di polizia negli ospedali, passati da 126 a 189. In nove mesi sono incrementati del 50%, aveva spiegato il ministro Matteo Piantedosi in occasione dell’inaugurazione del nuovo posto di polizia presso l’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma. Gli orari sono quasi dappertutto dalle 8 alle 20 in strutture di particolare importanza.
I dati dell’Inail indicano che le aggressioni al personale sanitario sono complessivamente 1.600 l’anno, dagli ambulatori di psichiatria alle guardie notturne, con una media di poco più di 4 al giorno. Delle 4.821 aggressioni registrate dall’Inail nel triennio dal 2019 al 2021, il 71% ha avuto come vittima una donna; l’analisi per fasce d’età indica poi che gli operatori sanitari più colpiti (39%) hanno fra 35 e 49 anni, seguiti (37%) da coloro che hanno fra 50 e 64 anni.
Tra le professioni più colpite ci sono gli infermieri e gli educatori impegnati con tossicodipendenti e alcolisti; seguono gli operatori socio-sanitari (29%) e a distanza i medici (3%). Ma per gli addetti ai lavori questi numeri descrivono però solo la punta di un iceberg. Per fermare l’escalation è stata approvata nel 2020, una legge che prevede un aumento della sanzioni penali in caso di violenza al professionista sanitario ed è stato istituito un Osservatorio dedicato a questo tema.