Un nuovo caso di malasanità a Roma, che riapre la questione sull’eutanasia in Italia. Protagonista della vicenda, una donna malata terminale per un gravoso tumore al colon. La signora avrebbe confidato al marito di voler porre fine alle proprie sofferenze con l’eutanasia, che nei giorni a seguire sarebbe effettivamente avvenuta all’interno di una nota struttura ospedaliera romana.
Per la vicenda, sui cui indaga la Procura dal 2019, oggi sono sul banco degli imputati il medico che la seguiva e lo stesso compagno.
Donna muore per eutanasia a Roma: imputati il medico e il marito
L’eutanasia è un tema dibattuto da decenni in Italia, in una tecnica di “fine vita” che però non viene riconosciuta dalla legge italiana. Infatti, davanti a un gesto per dare sollievo alla signora malata, bisogna fare i conti anche la rigida legge italiana nelle dinamiche di chi vorrebbe porre fine alle proprie sofferenze in uno stato di salute terminale.
La vicenda, avvenuta nel 2019 in un noto Istituto sanitario romano, oggi ha portato il pm a declinare la vicenda come “omicidio volontario”.
L’azione della Procura sulla questione della donna terminale
I magistrati hanno deciso di portare sul banco degli imputati il marito e il medico che la seguiva. Il primo avrebbe richiesto questa tipologia d’intervento al dottore, il secondo avrebbe eseguito la puntura sulla donna in stato terminale per il proprio tumore. Davanti ai magistrati, l’uomo si è più volte difeso, come racconta anche Il Corriere della Sera.
L’uomo, un noto imprenditore romano, avrebbe più volte sottolineato come la signora gli avesse chiesto “l’iniezione per l’eutanasia”, considerato come fosse cosciente di non poter più guarire e di come le cure palliative non vedessero più nessuno effetto sul proprio corpo. Secondo il referto medico della donna, la gravità della situazione era grande, considerato come non funzionava più neanche l’effetto della morfina.