No, la Ryder Cup non ha fatto per niente la fortuna del IV Municipio e, in generale, dei cittadini del Paese. Il trofeo che si è chiuso ieri ha definitivamente acclarato come sia stato una kermesse dei ricchi per i ricchi. Con buona pace per l’organo di prossimità del IV Municipio romano, che vede una amministrazione in brodo di giuggiole. “È stato un successo senza precedenti per l’Italia, per Roma, per il IV Municipio, per Marco Simone“, ha dichiarato il minisindaco Massimiliano Umberti. Oltre mille persone, con mezzo governo, hanno cenato ieri in un contesto di gala assolutamente esclusivo e riservato. Cento tra i ricchi più ricchi hanno posato sorridenti insieme alla coppa. La foto è l’emblema dell’assunto di cui sopra.
Le polemiche negli ultimi anni rispetto all’organizzazione e al finanziamento pubblico della Ryder Cup si sono sprecate. Dare soldi pubblici al golf è diventato un po’ un luogo comune, sinonimo di sperequazione e disuguaglianza. Ma, come sappiamo, Massimiliano Umberti in testa, i sostenitori dell’evento si sono sempre difesi sostenendo in primis che così facendo si potesse rendere il golf uno sport popolare. E poi che, grazie alla presenza presso il territorio della competizione, il quadrante potesse riqualificarsi aumentando la presenza delle infrastrutture in termini di qualità e quantità. Niente di più falso. Innanzitutto vale la pena ricordare che la sede scelta per la Ryder Cup, il Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio, è di proprietà privata. In particolare della ricchissima famiglia Biagiotti. Il luogo è stato scelto otto anni fa, senza porre in essere una procedura trasparente, lasciando credere che fossero stati gli inglesi a indicarlo come sola e unica opzione. La cosa non è mai stata confermata. La famiglia Biagiotti ha ricevuto fondi pubblici a vario titolo. Come spiega Il Fatto Quotidiano, il campo ha comportato una pigione. Poi c’è stata la ristrutturazione. Così sono arrivati i soldi per il progetto Ryder. Federgolf poteva scegliere un suo qualsiasi campo federale, pubblico, come quello di Sutri, ma così non è stato. Al limite la Federazione poteva costruire una struttura nuova. Invece niente, la Ryder Cup doveva svolgersi a Marco Simone, e bisognava rivolgersi ai privati.
È ora di dirlo: basta con la retorica. Massimiliano Umberti, Presidente del IV Municipio, dice: “Un’atmosfera unica che senza dubbio lascerà molto a questi territori per troppi anni messi da parte“, aggiungendo che: “La macchina organizzativa è stata perfetta, siamo stati capaci tutti insieme di accogliere, 270mila presenze, 50.000 presenze ogni giorno, 100mila passaggi in 3 giorni sulla metro B, 620 milioni di telespettatori in più di 190 paesi. Grazie a tutti coloro che hanno lavorato fuori dai riflettori per rendere l’evento indimenticabile, grazie alle forze dell’ordine, grazie alla nostra Polizia Locale“. La realtà però è diversa. Ai residenti di Roma, a parte l’indotto degli appassionati che hanno invaso la città, non è andato nulla. Peraltro anche senza la Ryder la città da mesi era piena di turisti. Invece, soprattutto nel quadrante in questione, i cittadini si sono trovati in una città ancora più paralizzata dal traffico, sommando le criticità perenni che la affliggono. È vero che la linea B della Metro è stata potenziata ma, a quanto si apprende, per fare questo il Campidoglio ha dovuto eliminare la tratta B1, per non meglio precisati “Controlli e lavori di manutenzione necessari ed urgenti“. I treni della B1, banalmente, sono stati dirottati sulla linea che più serviva al torneo. Erano sette anni che si sapeva che la Ryder Cup avrebbe preso casa a Marco Simone, ma a nessuno è venuto in mente di potenziare i trasporti. Invece si sono tagliati fuori dai trasporti pubblici tre interi quartieri. Che contano una cosa come 50mila residenti. I dati, inoltre, ci dicono che non c’è stato alcun boom del golf in Italia. Dalla candidatura di Marco Simone ad oggi i tesserati sono passati dai 90mila del 2015 ai 94mila del 2022. Insomma; sessanta milioni di euro per quattromila tesserati in più, difficilmente costituiscono un boom.
Metro B e Ryder Cup: “Peggiorato il servizio, meno treni e più attese”. Il report di Odissea Quotidiana
Una manifestazione privata, costosa e iniqua
Le polemiche negli ultimi anni rispetto all’organizzazione e al finanziamento pubblico della Ryder Cup si sono sprecate. Dare soldi pubblici al golf è diventato un po’ un luogo comune, sinonimo di sperequazione e disuguaglianza. Ma, come sappiamo, Massimiliano Umberti in testa, i sostenitori dell’evento si sono sempre difesi sostenendo in primis che così facendo si potesse rendere il golf uno sport popolare. E poi che, grazie alla presenza presso il territorio della competizione, il quadrante potesse riqualificarsi aumentando la presenza delle infrastrutture in termini di qualità e quantità. Niente di più falso. Innanzitutto vale la pena ricordare che la sede scelta per la Ryder Cup, il Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio, è di proprietà privata. In particolare della ricchissima famiglia Biagiotti. Il luogo è stato scelto otto anni fa, senza porre in essere una procedura trasparente, lasciando credere che fossero stati gli inglesi a indicarlo come sola e unica opzione. La cosa non è mai stata confermata. La famiglia Biagiotti ha ricevuto fondi pubblici a vario titolo. Come spiega Il Fatto Quotidiano, il campo ha comportato una pigione. Poi c’è stata la ristrutturazione. Così sono arrivati i soldi per il progetto Ryder. Federgolf poteva scegliere un suo qualsiasi campo federale, pubblico, come quello di Sutri, ma così non è stato. Al limite la Federazione poteva costruire una struttura nuova. Invece niente, la Ryder Cup doveva svolgersi a Marco Simone, e bisognava rivolgersi ai privati.
Ryder Cup, tentato blitz degli ambientalisti alla manifestazione sportiva
Ai romani non è andato nulla
È ora di dirlo: basta con la retorica. Massimiliano Umberti, Presidente del IV Municipio, dice: “Un’atmosfera unica che senza dubbio lascerà molto a questi territori per troppi anni messi da parte“, aggiungendo che: “La macchina organizzativa è stata perfetta, siamo stati capaci tutti insieme di accogliere, 270mila presenze, 50.000 presenze ogni giorno, 100mila passaggi in 3 giorni sulla metro B, 620 milioni di telespettatori in più di 190 paesi. Grazie a tutti coloro che hanno lavorato fuori dai riflettori per rendere l’evento indimenticabile, grazie alle forze dell’ordine, grazie alla nostra Polizia Locale“. La realtà però è diversa. Ai residenti di Roma, a parte l’indotto degli appassionati che hanno invaso la città, non è andato nulla. Peraltro anche senza la Ryder la città da mesi era piena di turisti. Invece, soprattutto nel quadrante in questione, i cittadini si sono trovati in una città ancora più paralizzata dal traffico, sommando le criticità perenni che la affliggono. È vero che la linea B della Metro è stata potenziata ma, a quanto si apprende, per fare questo il Campidoglio ha dovuto eliminare la tratta B1, per non meglio precisati “Controlli e lavori di manutenzione necessari ed urgenti“. I treni della B1, banalmente, sono stati dirottati sulla linea che più serviva al torneo. Erano sette anni che si sapeva che la Ryder Cup avrebbe preso casa a Marco Simone, ma a nessuno è venuto in mente di potenziare i trasporti. Invece si sono tagliati fuori dai trasporti pubblici tre interi quartieri. Che contano una cosa come 50mila residenti. I dati, inoltre, ci dicono che non c’è stato alcun boom del golf in Italia. Dalla candidatura di Marco Simone ad oggi i tesserati sono passati dai 90mila del 2015 ai 94mila del 2022. Insomma; sessanta milioni di euro per quattromila tesserati in più, difficilmente costituiscono un boom.