Una nuova scoperta archeologica di grande importanza è stata fatta nei giorni scorsi all’isola di Ventotene nel Lazio. Durante una campagna di scavi, i sommozzatori esperti – sui fondali dell’isola – hanno recuperato tantissimi antichi reperti di epoca romana, tra cui una preziosa anfora romana risalente a 2100 anni fa. Siete curiosi di saperne di più?
Un’anfora romana recuperata a Ventotene
La nuova scoperta archeologica ha subito creato grande entusiasmo e profonda gioia nel mondo accademico: l’antica anfora intatta recuperata dai fondali dell’isola di Ventotene risale a 2100 anni fa ed è in perfetto stato di conservazione.
Per avviare il processo di desalinizzazione, l’anfora romana, insieme agli altri reperti di epoca romana recuperati durante la missione, sono stati messi all’interno di enormi vasche colme di acqua dolce.
La campagna di scavo o meglio di recupero reperti antichi è stata coordinata dalle Fiamme Gialle, più precisamente dai sommozzatori della Stazione Navale di Civitavecchia, in combinazione con la Soprintendenza delle province di Frosinone e di Latina.
La preziosa anfora portata in salvo dalle acque dell’isola di Ventotene dopo duemila anni sui fondali è un’anfora Dressel 1B. Questa anfora era destinata al trasporto del vino ed era diffusa nell’area del Tirreno tra il II e il I secolo a.C.
Perché questa nuova scoperta archeologica è così importante?
L’ultima scoperta archeologica avvenuta nelle acque di Ventotene è ritenuta così importante sia per la datazione del reperto (2100 anni fa) sia perché l’anfora romana è in perfette condizioni e in un ottimo stato di conservazione.
Sono in corso gli studi archeologici per capire se nella medesima area esplorata dai sommozzatori siano presenti altre anfore di epoca romana.
Gli archeologi stanno anche varando diverse ipotesi sulla provenienza dell’anfora: faceva parte del carico di antica triremi romana oppure era di una domus nelle vicinanze?
Ciò che è certo che è un reperto di grande importanza dal punto di vista storico e archeologico.
Le ultime scoperte archeologiche importanti
Tra gli ultimi ritrovamenti archeologici significativi c’è la scoperta della misteriosa testa avvenuta il 23 giugno di quest’anno nel Lago di Nemi. Secondo gli storici, si tratta di un reperto risalente all’epoca di Caligola.
Sempre nella regione Lazio nel mese di luglio, durante i lavori di riqualificazione del Mausoleo di Augusto, è venuta alla luce la testa di una statua femminile in marmo greco raffigurante con molta probabilità la dea Afrodite. A colpire l’attenzione è sicuramente la complessa acconciatura della dea.
Sempre nei mesi estivi è stata fatta un’altra importante scoperta riguardante una Maria Maddalena attribuita a Raffaello, ma facente parte di una collezione privata all’estero. Si tratta di un olio su una tavola di pioppo databile agli inizi del Cinquecento. La donna raffigurata sarebbe la moglie del Perugino.