Chiunque almeno una volta nella vita abbia fatto da “Cicerone” a gente da fuori Roma si sarà sentito domandare qual è la migliore trattoria a Roma. Tappa fissa per i buongustai ma anche per chi vuole assaggiare la cultura verace della Capitale, in realtà le trattorie hanno una storia che supera il semplice aspetto gastronomico: rappresentano dei luoghi di convivialità decantati nella letteratura romanesca così come in quella più antica, quando erano indicate col nome di “enopolium”.
Ogni trattoria ha perciò una sua tradizione, delle sue particolarità e piatti forti, sempre ispirati alla cucina romana, certo, ma stabilire qual è la più buona in assoluto è soggettivo. Al contrario, possiamo definire con facilità qual è la prima e più antica trattoria di Roma. Un tuffo nel passato che merita di essere fatto.
Da dove viene il termine “trattoria”? La differenza con le osterie e fraschette romane
A volte si tende a confondere il termine “osteria” con “trattoria” e “fraschetta”, presenti a Roma e nel Lazio, con particolare riferimento ad Ariccia. In realtà sono tre tipologie di locali completamente diverse.
Il termine “osteria” proviene dal francese “oste” o “ostesse”, termini risalenti ai secoli XII e XIII e riconducibili a loro volta al latino “hospite”. L’etimologia della denominazione attuale richiama la funzione del luogo che è appunto quella dell’ospitalità. Già nell’antica Roma esistevano gli “enopolium”, dove gli antichi romani versavano il vino tramite grandi vasi di terracotta, incassati nel bancone. Le osterie anticamente, erano privilegiate da chi voleva bere, mentre nelle trattorie era possibile anche mangiare. Questo faceva sì che le osterie fossero perlopiù frequentate da persone poco raccomandabili. Le osterie e le taverne sono presentate infatti dai poeti latini Marziale e Giovenale, che mostravano come fossero frequentate da larghe masse di popolo e da gente di malaffare nell’antica Roma imperiale.
Le trattorie, invece, derivano da trattore, “oste” che a sua volta viene dal francese traiteur, derivato di traiter, a sua volta dal latino, tractare, “trattare, preparare”. La differenza sostanziale riguarda quindi la possibilità di alternate al vino (si spera buono e non annacquato!) anche il cibo.
Anche le quantità cambiavano, le fraschette per esempio sono oggi ricordate per porzioni molto abbandonanti e in quelle moderne, diffuse ai Castelli romani, ne esistono tantissime a menu fisso. La differenza con le fraschette, oggi note per il “vino dei Castelli” che scorre a fiumi, è che quest’ultime rispetto alle osterie non avevano la cucina ed erano solitamente affollate dai “fagottari” ossia coloro che, all’interno di fagotti di canapa, si portavano il necessario da mangiare che poi consumavano all’interno del locale. Una sorta di “schiscetta” nella Roma antica.
Qual è la trattoria più antica di Roma?
Complici alcune pellicole, come “Trastevere” di Fausto Tozzi, “Simpatici e antipatici” di Christian de Sica e “Fracchia la belva umana” di Neri Parenti, una delle trattorie considerata generalmente più popolare ò la trattoria Cencio La Parolaccia. Se però volete evitare insulti e dei camerieri tra uno stornello romano e l’altro, vi consigliamo di approfondire la vostra ricerca, per andare oltre alla popolarità e puntando invece alla cultura romana fuori dal set.
L’osteria più antica di Roma ha ben 500 anni e ai suoi tavoli si sono sedute alcune delle menti più brillanti della storia. Tra queste Fellini, Goethe, Caravaggio, Alberto Sordi e tantissimi altri. Stiamo parlando di “La Campana”, trattoria aperta nel 1518 nel vicolo omonimo, tra via della Scrofa e Piazza Nicosia. Appartenuto a Pietro de la Campana, nel 1622 il ristorante passò a Giacomo, che pose le basi per trasformare l’osteria in un punto di riferimento per chiunque visitasse Roma.
Goethe citò in suo romanzo il ristorante, ne furono ammaliati anche Picasso, Guttuso, per non parlare di “mostri sacri” della cultura romana come Pasolini, Pagliarani, Albero Sordi, Anna Magnani, Federico Fellini ed Enrico Vanzina. Nonostante la proposta culinaria, anche aristocratici e personaggi illustri passarono di qui, come la celebre Maria Callas, la Regina di Spagna e varie alte cariche dello Stato italiano.
Quali piatti si possono mangiare?
Che domande! La proposta culinaria offerta dal ristorante è fedele alla più antica tradizione romana. Immancabili la sacra triade della pasta alla Gricia, Amatriciana e Carbonara, conosciute in tutto il mondo e qui nella loro versione classica. All’antico si accompagnano anche piatti rivisitazione degli ingredienti tipici, come i tagliolini alici e pecorino, la minestra di broccoli e arzilla, ma anche i “must” come l’abbacchio, la coda alla vaccinara e le animelle. E ancora la specialità dei carciofi alla giudia, i fiori di zucca in pastella, gli gnocchi, i ravioli artigianali, le puntarelle in salsa di alici e tante altre leccornie tutte da gustare.