I pini di Roma sono a rischio. Non è fantascienza, ma la semplice realtà che coinvolge queste piante nella Città Eterna. Come tutto il verde pubblico capitolino, anche questi alberi ormai da tempo mostrano dei seri problemi di salute e stabilità. La stessa cronaca romana, in più occasioni, ci ha fatto scrivere di tronchi collassati al suolo o rami precipitati sulla testa delle persone, in un fenomeno che ha toccato tutto il territorio romano.
La salute dei pini nei Municipi di Roma
Come stanno questi storici alberi di Roma? Malissimo. Già da prima del Covid-19, queste millenarie piante della Città Eterna hanno cominciato a stare male. Non solo l’influenza di determinati parassiti o insetti sulla salute dei singoli tronchi, ma anche un’urbanizzazione cittadina che di fatto ha mietuto centinaia di queste specie sempre verdi in giro per i vari Municipi romani.
Le potature fatte male ai pini di Roma
Tra le prime cause di malanno al pino romano, troviamo la questione delle potature. Spesso effettuate male e frettolosamente su questi alberi, si può considerare come delle varie ferite alla corteccia, i singoli pini stanno mostrando le conseguenze solo ora. Infatti, parlando di “alberi resilienti”, le problematiche potrebbero emergere anche a distanza di diversi anni (anche 3/4 anni dopo).
I batteri che attaccano i pini: la cocciniglia tartaruga
Tra i tanti batteri che sentiamo sui giornali, la cocciniglia tartaruga si sta rivelando il più letale per la salute dei nostri pini. Il batterio sta trovando varie modalità per entrare all’interno del sistema circolatorio della pianta, spesso facendo breccia dai tagli procurati dalle approssimative potature di questi alberi effettuate su tutto il territorio di Roma. La mancanza di cure adeguate, da parte del Comune, il più delle volte costringe queste millenarie piante alla morte.
Gli insetti che stanno distruggendo i secolari pini romani: la Toumeyella parvicornis
La vita dei nostri pini non è attaccata solo da scelte comunali superficiali e batteri del mondo floreale. Altro fattore con cui bisogna fare i conti, a livello di natura, è la presenza di un parassita come la Toumeyella parvicornis. L’insetto è la prima causa di morte del pino, considerato anche che l’invertebrato è alieno al paesaggio mediterraneo e soprattutto romano: secondo gli studi, sarebbe stato importato dal Nord America.
Il problema di Roma nella gestione dei pini
In un territorio dov’è fiorente la presenza dei pini e soprattutto la macchia mediterranea, il problema si trova nella gestione economica di queste piante. Quando si ammalano, per tanti motivi che ruotano attorno a questo scenario, i costi per ogni albero possono arrivare anche a 2 mila euro per le cure. Cifre che, se moltiplicate per ogni pianta, rendono praticamente impossibile percorrere questa pista da parte del Comune di Roma o qualsiasi altra Amministrazione della Provincia romana.
I problemi dell’urbanizzazione: l’asfalto sopra le radici dei pini o il loro taglio
Quante volte ci siamo lamentati delle radici che creano dissesti sul manto stradale sotto casa nostra? È un leitmotiv che sentiamo da decenni, ignorando forse poi la soluzione alla possibilità di una strada senza dossi. Per operare su quei punti, gli operai urbanistici agiscono in due drastici modi: colate di cemento sulla radice (che poi cerca di risalire, spaccando il manto per cercare l’ossigeno), oppure il taglio di una parte della stessa, causando nel tempo la morte della stessa pianta e il collasso dell’albero a terra.
Il problema, come ben esplicitato, è solo la rappresentazione di un’urbanizzazione romana che non ha tenuto conto delle proprie riserve naturali. Ben rappresentano questo disegno, le strade inserite all’interno delle Pinete di Ostia: parliamo per l’appunto di Castel Fusano e poi quella delle Acque Rosse.
Foto: Amici dei Pini di Roma e Maria Casu