È morto Matteo Messina Denaro il boss di Cosa Nostra, nell’ospedale di San Salvatore a L’Aquila, dove si trovava ricoverato per un tumore al colon. Le sue condizioni si sono aggravate da qualche giorno, gli ultimi tre li ha trascorsi in coma irreversibile. Era stato lo stesso boss a rifiutare l’accanimento terapeutico.
Da otto mesi in regime di 41 bis
Da otto mesi in regime di 41 bis Matteo Messina Denaro era stato arrestato il 16 gennaio scorso, dopo 30 anni di latitanza. È stato preso nella clinica di Palermo a La Maddalena dove si trovava per controlli proprio a causa del tumore. Lui stesso avrebbe detto agli inquirenti ‘se non fosse stato per il tumore non mi avreste mai preso’. Anche in carcere è stato sottoposto alle cure necessarie, nell’ultimo periodo anche alla terapia del dolore fino alla sedazione.
Aveva iniziato la sua ‘carriera’ molto presto
Messina Denaro era nato il 26 aprile del 1962 a Castelvetrano, Trapani. Sin da subito la sua strada era tracciata. Figlio di don Ciccio di Cosa Nostra fu iniziato subito alle attività della mafia. Fu ritenuto coinvolto negli attentati del 1992 nei quali morirono i giudici Falcone e Borsellino, ma anche nelle stradi di Roma, Firenze e Milano, l’anno seguente.
La latitanza e l’arresto otto mesi fa quando ha avuto bisogno di cure
Gli inquirenti hanno attribuito al capomafia diverse esecuzioni, tra le quali anche l’omicidio del 12enne Giuseppe Di Matteo, rapito e sciolto nell’acido. Condannato a più ergastoli proprio per gli omicidi dei quali si era macchiato si era dato alla ‘macchia’ dal 1993. Le ricerche sono state vane per decenni nei quali il boss ha proseguito tranquillamente la sua vita con un altro nome: Andrea Bonafede. Inserito nel tessuto sociale svolgeva la sua vita, come chiunque, finchè a gennaio del 2023 non ha avuto bisogno di cure proprio per il suo tumore al colon.