Siamo sull’Isola Tiberina, una caratteristica isola fluviale che per un breve tratto divide il Tevere. Il posto è piccolo, ma ricco di storia. Come quella della Torre dei Caetani, presso lo sbocco del Ponte dei Quattro Capi. Questa storia parte da qui, dal suo nome alternativo: la Torre della Pulzella. Perché è proprio su una delle mura della torre ad essere stata incastonata la testa in marmo di una donna della quale non abbiamo alcun riferimento certo. Le fonti storiche riguardano la Torre dei Caetani, e partono dal XII secolo.
Cosa rappresenta questa imponente scultura nel centro storico di Capena?
La Torre dei Caetani
L’edificio è menzionato in fonti storiche medievali del XII secolo. Secondo i documenti era appartenente all’epoca alla famiglia Pierloni, che si era dedicata all’intera isola. Infatti aveva fatto costruire una importante fortificazione. La cosa aveva ben donde, infatti, qui trovarono rifugio Papa Vittore III e Papa Urbano II, rispettivamente nel 1078 e nel 1088, lungo il corso delle lotte aristocratiche. Il complesso, successivamente, venne abbattuto. Siamo nella seconda metà del XIII secolo quando gli Angioini pensarono di ricostruirla totalmente, in quanto la struttura apparteneva all’epoca ai loro avversari, i Prefetti di Vico. Solo negli anni successivi la Torre passò nelle proprietà della famiglia dei Caetani, che cambiarono totalmente la sua funzione, trasformandola in una sontuosa residenza. Il tempo passò e, nel XVI secolo, anche a seguito ai danni dovuti alle piene del Tevere a seguito di diverse alluvioni, la famiglia si trasferì altrove. Così la Torre venne concessa ai Padri Minori Osservanti, per volere del Cardinale Francesco Barberini, nel 1638. I Padri Minori Osservanti, in quegli anni, possedevano anche la vicine chiesa di San Bartolomeo all’Isola. Ancora; nel 1876 gran parte dell’edificio entrò nelle proprietà comunali, che vennero date in concessione all’Università Israelitica. Va sottolineato che la Torre dei Caetani che vediamo oggi è la risultanza di ciò che resta di un antichissimo complesso di edifici sorti in successione nel corso di almeno quattro secoli. È realizzata per lo più in laterizio e presenta tre ordini di antiche finestre, con elementi in marmo.
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La leggenda della Pulzella
Il dettaglio che forse ci interessa di più è comunque quello legato a questa testa di donna in marmo incastonata in una delle mura della Torre. Non salta subito all’occhio, ma non sfugge questa riproduzione scultorea ad un bravo osservatore. Tra le fila di mattoni ben ordinate, che innalzano la torre verso il cielo, in una piccola nicchia viene ospitato questo strano elemento. Un simbolo, ormai, dell’intera struttura, che ha ispirato leggende popolari. Ciò perché nessuno ha mai capito con esattezza a cosa si riferisca. Possiamo però registrare il mito che rispetto agli altri è andato per la maggiore lungo i secoli e che ancora oggi emerge. La tradizione più accreditata vuole che il capo femminile in marmo sia un omaggio al volto di una giovanissima donna, afferente ad una famiglia nobile romana, imprigionata nella Torre nel 1350. La sua carcerazione, pare, è stata la conseguenza del suo rifiuto rispetto a un matrimonio combinato con un ricco e anziano uomo. Lei non avrebbe accettato per nessun motivo, sfidando le convenzioni dell’epoca. Avrebbe speso la sua intera esistenza, quindi, a guardare il mondo da una finestra, aspettando di veder tornare l’uomo che amava veramente di ritorno da una guerra. Così, aspettandolo sano e salvo, non si sarebbe resa conto del passare del tempo, rimanendo lì, impietrita letteralmente da quella titanica attesa. È vero, è una narrazione bellissima, che avrà ispirato le canzoni di trovatori e trovieri. Ma la storia interviene spietata e ci dice che il mescolarsi dei secoli e delle leggende non ci dicono mai totalmente il vero. La scultura è molto, molto più antica della Torre dei Caetani. Si tratta di un’opera di epoca romana, addirittura databile intorno al I secolo d.C. Ma di sicuro c’è un grande mistero attorno alla Torre.