Il combinato disposto tra crisi post Covid, rincari dei prezzi e l’aumento del tasso di interesse su prestiti e crediti ha determinato un aumento del fenomeno dell’usura del trenta percento in soli quattro mesi. Un fenomeno che colpisce soprattutto le fasce deboli, famiglie a basso reddito e circa 700 tra piccole e medie imprese. È ciò che emerge da uno studio dell’Ambulatorio Antiusura della Confcommercio.
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“L’emergenza usura, di fatto, non è mai terminata”
Così Luigi Ciatti, responsabile dell’Ambulatorio Antiusura di Confcommercio. Il dirigente ha spiegato al Messaggero che: “La prima impennata era stata registrata a settembre del 2022 con il 100% in più rispetto al trimestre precedente“. Ciatti ha poi precisato: “Negli ultimi dodici mesi, i numeri hanno continuato a crescere perché l’emergenza di fatto, non è mai terminata. Allo stesso tempo le cifre per cui i piccoli imprenditori e le famiglie in difficoltà si indebitano con gli usurai, restano relativamente contenute, tra i duemila e i diecimila euro“. Nell’ultimo trimestre, dallo scorso giugno, le richieste di assistenza presso lo Sportello Antiusura della Confcommercio sono aumentate di un terzo, con una media di venti contatti al giorno. Va da sé che, vista la situazione rispetto ai rincari, alla mancanza di sussidi e gli aumenti sul tasso di interesse legati ai prestiti, un soggetto paradossalmente ritiene sia più conveniente rivolgersi ad uno strozzino. Il tutto, ed è un dato allarmante, per piccole somme.
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Vittime soprattutto le famiglie
Sono le famiglie le prime vittime del combinato disposto di cui sopra. Ciatti infatti sottolinea che: “I rincari delle bollette e sui generi alimentari sta trascinando le persone più fragili verso il baratro con i debiti che si accumulano mese dopo mese. Quando si rivolgono a noi, la situazione è già compromessa“. La Onlus presieduta dal Ciatti fornisce gli strumenti al fine di dilazionare le spese, un piano finanziario di rientro e un supporto legale al fine di denunciare il fenomeno dell’usura. “Molto spesso infatti, le vittime di usura per paura e per vergogna non si rivolgono alle forze dell’ordine“, ha poi concluso. In cima alle classifiche rispetto al fenomeno dello strozzinaggio, manco a dirlo, troviamo Roma, secondo dati Istat. Poi Napoli e a seguire Milano.