Era il 30 luglio scorso quando M.A., 40enne egiziano, aveva preso a palpeggiare due ragazzine minorenni sulla via Tuscolana a Roma. Non pago, aveva anche filmato la scena. Finito in manette con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di minori, ieri è stato condannato a due anni e quattro mesi. La difesa aveva imperniato le sue argomentazioni sulla durata del contatto, “circa un secondo“, e sul fatto che le vittime avrebbero detto di aver avvertito solo un fastidio.
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Alla richiesta di documenti aveva cercato di rompere il cellulare
La cosa è stata letta, ovviamente, come un tentativo di eliminare le prove. Quel giorno, nel tardo pomeriggio, un poliziotto fuori servizio ha notato due ragazzi inseguire l’uomo in via Giulio Agricola. Erano gli amici delle due ragazzine; fermato il 40enne ha cercato di danneggiare il dispositivo gettandolo a terra. Sentite dalla Polizia di Stato, le due giovani hanno raccontato di essere state palpeggiate su via Tuscolana dall’uomo col telefono in mano. Così M.A. ha cercato di immortalare la scena. Arrestato, il giorno successivo è stato processato per direttissima e sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di firma.
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Il giudizio con rito abbreviato
L’egiziano ha negato tutto, ammettendo solo un contatto involontario e senza scopo sessuale. Giudicato ieri con rito abbreviato, è stato condannato a due anni e quattro mesi, oltre al pagamento delle spese legali. Il telefono era stato già sequestrato, ieri ne è stata disposta la distruzione. La difesa dell’uomo, inutilmente, ha puntato sulla durata del contatto che mai sarebbe peraltro stato di natura sessuale. Ma è stato tutto inutile, come il fatto di aver cercato di sostenere di essere fuggito a causa di una incomprensione dovuta alla scarsa conoscenza della lingua italiana.