Presso il palazzo di giustizia di Viterbo in via Falcone e Borsellino si è svolta ieri 14 settembre 2023 l’udienza riguardante la morte di Hassan Sharaf. Il ragazzo di 21 anni che si impiccò nella sua cella il 23 luglio del 2018. Dopo il decesso del giovane le indagini della Procura hanno condotto a sei indagati: l’ex direttore del carcere, due medici dell’ospedale Belcolle, il comandante della polizia penitenziaria e due agenti sono comparsi ieri davanti al Gup e al sostituto procuratore generale Tonino Di Bona.
Gli indagati
Le indagini riguardo le morte del ragazzo egiziano si sono chiuse nel mese di marzo: 6 persone sul registro degli indagati. Quattro indagati per omicidio colposo per cui è stato richiesto il rinvio a giudizio: l’allora direttore della casa circondariale viterbese P. D’A., i medici del reparto di medicina protetta di Belcolle R. M. ed E. N. e il responsabile della sezione di isolamento della polizia penitenziaria, M. R. Il comandante della polizia penitenziaria D. B. e l’agente L. F. sono indagati piuttosto per omissione di atti d’ufficio. Il giovane avrebbe dovuto scontare la pena di 4 mesi in un carcere minorile, come deciso dalla sentenza del tribunale dei minorenni di Roma dell’11 aprile 2018 e non nel carcere viterbese. In corso anche il processo per i due agenti della polizia penitenziaria accusati di abuso dei mezzi di correzione. Ad avvalorare l’accusa un video delle telecamere di sorveglianza che ritrae la guardia carceraria colpire al volto il giovane facendolo sbattere contro il muro.
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Le condizioni di Hassan Sharaf
Hassan Sharaf era stato arrestato nel 2018 con l’accusa di furto e poi è stato tradotto presso Mammagialla di Viterbo. Proprio nel giorno del tragico incidente, il ragazzo si trovava in una cella di isolamento nonostante le già precarie condizioni del detenuto: soggetto politossicodipendente e con problematiche psichiatriche. Secondo le ricostruzioni Sharaf quel giorno avrebbe chiesto più volte aiuto scatenando però il malcontento degli agenti. Nel video delle telecamere interne alla casa circondariale si vede chiaramente il detenuto con le braccia tese fuori le sbarre della sua cella in cerca di un aiuto, successivamente un agente colpisce Hassan Sharaf con un schiaffo scaraventandolo contro il muro. Poco dopo questo episodio il giovane, usando un asciugamano legato alla terza sbarra della finestra a grate della cella si è impiccato. Trasportato d’urgenza all’ospedale Belcolle è deceduto una settimana dopo, il 30 luglio 2018.
Proteste e rivolte nelle carceri del Lazio
Solamente il 10 settembre scorso la Polizia Penitenziaria aveva comunicato il decesso di due detenuti: uno presso la struttura di Regina Coeli e un altro presso il Mammagialla di Viterbo. In quest’ultimo istituto di pena un detenuto è morto a causa di un malore e un altro ha tentato il suicidio. Proteste e rivolte nelle varie sezioni del carcere e diverse minacce bei confronti delle guardie carcerarie. Mentre a Roma si è trattato del suicidio di un ragazzo di 21 anni, affetto da scabbia. Proprio in questi giorni si discute la chiusura del carcere di Regina Coeli dopo le criticità di natura strutturale espresse dal sindaco Gualtieri.