Dalla seduzione al ricatto, la relazione tra un 66enne e un’escort è finita con l’arresto di quest’ultima per reato di estorsione. La donna, una 30enne di origini rumene, ha intrattenuto per mesi una relazione sessuale con la vittima, un dirigente Rai, per estorcergli via minacce 15mila euro. Un caso di “sextortion” che si è snodato per diverso tempo tra i due con una continua richiesta di denaro da parte della donna, prima millantando problemi personali, come il funerale della sorella, per poi arrivare ad accanimenti personali verso l’uomo e alla minaccia di condividere conversazioni e video hot scambiati con il 66enne.
Dirigente Rai minacciato di estorsione da un’escort
I due si sarebbero conosciuti online e la loro relazione, se in un primo momento ha avuto i contorni di una prestazione a pagamento, è presta sfociata nel tormento passionale e nell’illegalità. L’uomo, un 66enne residente a Labaro, periferia Nord di Roma, ha ammesso di essersi innamorato della truffatrice e di aver ceduto a diversi suoi ricatti.
Le indagini della Procura di Roma si sono concentrate sui numerosi tentativi di estorsione con cui l’escort avrebbe sottratto alla vittima migliaia di euro. Una somma ottenuta in più riprese, con motivazioni personali, come il funerale della sorella, l’operazione chirurgica della madre o i debiti del figlio, fino ad arrivare ai ricatti. Il 66enne, coinvolto dalla donna, ha ceduto spesso alle sue continue richieste di denaro, versandole l’importo in varie tranche da mille fino a 3mila euro. Alcune di queste sono state estorte con la minaccia di divulgare i contenuti condivisi privatamente tra i due, come conversazioni hot e video intimi.
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Sextortion e richieste di denaro online: “Fai qualcosa, la mafia mi vuole uccidere”
Sono diversi i casi di uomini, soprattutto di una certa età, o di donne fragili che cadono vittime di truffatori online. Spesso e volentieri sulle chat di incontri e le app di dating. Un fenomeno meglio noto come “sextortion” che vede degli/delle “scammer” aprofittarsi delle vittime minandone la privacy dietro somme di denaro, per metterli a tacere.
L’escort 30enne, su cui indagano gli investigatori del commissariato Viminale, avrebbe prima costruito un rapporto di fiducia con l’uomo, sostenendo rapporti sessuali a pagamento, per poi passare a esplicite richieste di denaro. Quando non accontentate, sono state accompagnate anche da minacce come “Ammazzo tutti i tuoi gatti” e richieste di aiuto strappalacrime tra cui “Fai qualcosa, la mafia mi vuole uccidere”. A queste si sarebbe aggiunto anche un selfie con un coltello puntato alla gola per muovere a compassione.
Per la donna è scattata l’accusa di reato di estorsione mentre la Procura di Roma ha chiesto e ottenuto, dal Giudice per le Indagini Preliminari, la convalida dell’operato degli agenti di polizia, impegnati nelle indagini per stabilire se la donna abbia agito sempre da sola o con la complicità di altre persone.