Un riscatto cospicuo per restituire il dominio operativo a Zètema, la società partecipata del Campidoglio predisposta alla gestione di attività culturali. Il sito web è fuori uso da domenica 10 settembre, quando diversi utenti hanno scoperto che le pagine, molte delle quali riguardanti concorsi pubblici, non erano accessibili. Dietro il crollo del sito web un attacco hacker che ha mandato in tilt i server e la Zètema stessa, che però precisa: “Non pagheremo”.
Hacker chiedono il riscatto a Zètema: milioni di dati a rischio
La partecipata, impegnata nella valorizzazione dei beni artistici e culturali della Capitale, non intende cedere perciò alle pretese degli hacker che il 10 settembre hanno colpito il sito web. Una presa di posizione che ha un prezzo, non solo economico, di un milione di euro, ma anche per la privacy degli utenti che hanno condiviso i propri dati con la società: si parla di un databese con milioni di dati sensibili, provenienti da tutto il mondo. Se Zètema non acconsentisse al ricatto, i pirati del web potrebbero usufruire di questi dati a loro piacimento. Senza contare le migliaia di contratti, progetti e accordi con pubbliche amministrazioni contenuti nel sito, soprattutto in previsione del Giubileo.
La pista tedesca dietro l’attacco hacker
Viste le numerose segnalazioni, già da lunedì la polizia postale ha cercato di capire se i problemi del sito di Zètema fossero riconducibili a un semplice bug o a qualcosa di più preoccupante: la risposta è arrivata nel giro di poche ore. Secondo le analisi investigative, ancora in corso, le tracce portano a un Id di nazionalità tedesca, anche se al momento dei pirati informatici non è stato possibile rintraciare nè il nome nè confermare la provenienza.
Probabile creazione di un sito alternativo
Non è chiaro ancora quanto possano richiedere le operazioni della polizia postale e quando il sito di Zètema tornerà in funzione. La società ha fatto sapere che al momento, per le attività culturali, è possibile acquistare i biglietti direttamente nei poli museali. Per quanto riguarda invece l’operabilità e la consultazione del portale della partecipata, bisognerà attendere almeno settimane, motivo per cui si sta pensando di creare un “sito gemello” che possa accogliere nel momento le richieste degli utenti e non bloccare le attitività.