Matteo Messina Denaro vede l’abisso: quello vero. Il boss ha un tumore al colon al IV stadio. Le cure sarebbero state sospese.
Matteo Messina Denaro, comincia il secondo tempo. Quello in cui il boss scappa, ma da sé stesso: l’ex latitante di CosaNostra è alle prese con un tumore al colon al IV stadio. I medici hanno interrotto anche le terapie: entra in fase terminale. Ora non può far altro che arrendersi all’evidenza, una novità per lui che non si è arreso mai. L’ha detto anche più volte: “Io sono stato tradito dal mio stesso fisico, altrimenti nessuno mi avrebbe preso”. Parole di sfida agli inquirenti, ma c’è dell’altro.
L’ex latitante potrebbe rimanere in ospedale, a San Salvatore, all’Aquila. Altre soluzioni non ce ne sono. Sarebbe peggiorato a tal punto che stare dietro le sbarre non è più possibile. Un uomo alla fine del proprio percorso che può, tuttavia, ancora dire molto: deve dire molto. Questo è quello che si augurano le autorità, anche se far parlare Matteo Messina Denaro non sarà facile. Gli esperti sperano nell’ultimo atto: il ravvedimento di un uomo che vede la clessidra della vita scorrere inesorabilmente e magari potrebbe fare anche un’uscita di scena degna. La redenzione, in fin dei conti, resta un aspetto particolarmente importante per i credenti.
Ustica, la rivelazione shock di un parente delle vittime
Matteo Messina Denaro, il boss è in fase terminale: sospese le cure per il cancro
Forse Messina Denaro potrebbe regalare un ultimo exploit e collaborare, per il momento l’ipotesi sembra essere fuori discussione. Non resta che interrogarlo, quando sarà in condizione, per il tempo che rimane e cercare di capire e collocare le ultime tessere di un mosaico: la rete di conoscenza che il boss aveva e ha con varie figure di spicco anche delle istituzioni italiane. Le stesse che gli permettevano di stare a Mazzara del Vallo come se niente fosse per tanto, troppo tempo.
Una fitta lista di contatti e possibili agganci che potrebbe scoperchiare gli equilibri della “nuova” criminalità. Denaro è un uomo al passo con i tempi, anche se è cresciuto all’ombra di Salvatore Riina. Poi, però, si è fatto ed evoluto da solo. E non è un caso se CosaNostra, come ultimo esponente di un certo tipo di crimine, ha ancora lui. L’uomo tutto selfie e strategia, che il telefono non lo usa. A meno che non è strettamente necessario. Nessuna distrazione, solo tanto dolore, per un corpo che non risponde più come dovrebbe alla mente.
Forse basta questo per scoperchiare gli ultimi segreti di qualcuno che, fino a qualche tempo fa, sembrava irraggiungibile. Ora, invece, cerca solo un po’ di calma: le autorità dovranno fargli capire quanto alto potrebbe essere – nel prossimo futuro – il prezzo della tranquillità costringendolo a navigare in un terreno per lui inesplorato: quello della trasparenza.