Continua il nostro viaggio quotidiano alla scoperta di storie e curiosità di Roma e del Lazio. Oggi siamo nella Capitale d’Italia e parliamo di qualcosa che ha a che fare con i suoi quartieri. Sapete qual è la zona più povera di Roma? Scopriamolo insieme, facendo affidamento a qualche dato.
X Municipio, il TAR si esprime sul cavalcavia pedonale di Ostia Antica inaccessibile ai disabili
Il quartiere più ricco e quello più povero di Roma
Cominciamo innanzitutto col dire che per rispondere a questa domanda facciamo affidamento ai dati del MEF con riferimento alle dichiarazioni dei redditi 2022. E la differenza, ve lo diciamo subito, è clamorosa se si passa da zona in zona.
Roma ha la bellezza di 35 quartieri e 22 rioni. Risulta abbastanza chiaro già da un dato come questo che ci sono delle zone dove costa di più prendere in affitto una casa o comprarla. Vediamo insieme, allora, qual è la zona più ricca e quella meno ricca di Roma. Si tratta di una speciale classifica del reddito della Capitale divisa per CAP.
Una differenza abissale tra i quartieri centrali e quelli periferici
Le zone di Roma con i redditi medi più alti sono:
- Parioli 72.090 euro
- Via del Corso/Barberini/Via Veneto 67.045 euro
- Corso Italia/Corso Trieste 59.470 euro
- area Montecitorio/Palazzo Madama fino al Circo Massimo 59.103 euro
- Vaticano (cap 00193) 56.082 euro
- Tor di Quinto/Corso Francia 51.553 euro
I quartieri di Roma con i redditi più bassi invece sono:
- Ostia Antica 16.392 euro
- Tor Vergata/Tor Bella Monaca/Rocca Cencia-Villaggio Prenestino 19.043-18.970 euro
- Municipi attraversati dalla Colombo 25.000/32.000 euro
Dunque, la zona più povera di Roma, in base alla seguente classifica, risulta essere Ostia Antica.
Un po’ di storia
Ostia Antica è la trentacinquesima zona di Roma nell’Agro romano. È indicata con Z. XXXV.
La vicinanza alla foce del Tevere e alle saline costiere costituisce il fattore principale che determinò la nascita e lo sviluppo di Ostia (dal latino ostium, ‘foce’), dapprima in funzione strategico-militare, poi soprattutto commerciale.
La tradizione letteraria fa risalire la fondazione della città al quarto re di Roma, Anco Marcio (ca. 640-616 a.C.), ma i primi resti sono riferibili all’insediamento fortificato (castrum) della colonia romana di IV secolo a.C. Il progressivo sviluppo dell’abitato al di fuori delle mura del castrum comportò, nel I secolo a.C., la necessità di costruire una nuova e più ampia cinta muraria.
La città gravitava sui preesistenti assi stradali del Cardine e del Decumano, al cui incrocio sorse il Foro. Con la costruzione e il successivo ampliamento del porto marittimo a Portus, tra l’epoca di Claudio (42 d.C.) e Traiano (ca. 110 d.C.), Ostia potenziò il proprio ruolo di scalo commerciale di Roma; il conseguente sviluppo economico e demografico si tradusse in uno straordinario impulso edilizio e monumentale, che tra la fine del I e l’inizio del III secolo d.C. rinnovò completamente l’aspetto della città, secondo precisi piani urbanistici.
A partire dalla metà del III secolo d.C., anche in relazione a una più generale crisi dell’Impero, iniziò il declino di Ostia, che portò al lento e progressivo abbandono di ampie aree della città, anche centrali, dove tuttavia alcune ricche domus si impiantarono su precedenti caseggiati di abitazione; rimase vitale più a lungo la zona costiera, gravitante sulla litoranea Via Severiana.
Intorno alla metà del VI secolo Ostia doveva essere ormai in generale stato di abbandono; la popolazione si spostò nell’immediato entroterra, intorno alla chiesa di S. Aurea, dove nel IX secolo sorse il nuovo insediamento fortificato di Gregoriopoli.