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Roma, confisca da 10 milioni a imprenditore romano e famiglia: smaltivano illecitamente rifiuti

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La Polizia di Stato presso la Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Roma, stamane è in procinto di eseguire un decreto di confisca per un valore di dieci milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Roma, sezione Misure di Prevenzione, ai sensi della normativa antimafia. La proposta è stata inoltrata presso il Tribunale dal Procuratore della Repubblica capitolino e dal Questore, nei confronti di due coniugi romani e del figlio 45enne.

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L’operazione Dark Side

La misura di cui sopra fa riferimento ad una operazione delle forze dell’ordine risalente al 2017. Uno dei due proposti era stato tratto in arresto poiché ritenuto al vertice di un sodalizio criminale dedito allo smaltimento di rifiuti illecito. I rifiuti venivano interrati in una ex cava in via Corta, alle porte di Aprilia. Presso località Tufetto, i rifiuti venivano sversati e occultati senza alcuna autorizzazione e senza una opportuna lavorazione al fine di evitare che si disperdessero con conseguente inquinamento e danno alla collettività. L’imprenditore in questione, insieme a dei complici, secondo quanto è emerso dalle indagini, era il promotore principale dei traffici illeciti. Per gli inquirenti organizzava con i familiari le attività illecite di conferimento abusivo ed incassava oneri da terzi. Per questi motivi sei anni fa si arrivò a 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere e altre misure rispetto ad altri soggetti coinvolti a vario titolo. Si aggiunsero sequestri di terreni, società, fabbricati e conti bancari per 15 milioni di euro.

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I reati contestati

Il titolare del fascicolo ipotizzò reati che vanno dall’associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, intestazione fittizia di beni fino all’autoriciclaggio. Alla fine padre, madre e figlio sono stati condannati in primo grado per traffico illecito di rifiuti, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, realizzazione o gestione di discarica non autorizzata e inquinamento ambientale. Oggi, con la nuova misura, si va ad intaccare nuovamente il patrimonio della famiglia, presumibilmente frutto delle attività delittuose, per ulteriori dieci milioni di euro. Peraltro, l’odierno provvedimento, fa seguito ad analogo decreto di sequestro emesso dallo stesso Tribunale nel 2022. Le indagini della Procura hanno evidenziato, in un arco temporale trentennale, una rilevante sproporzione tra i beni posseduti, i redditi dichiarati e l’attività economica effettivamente svolta. Nel contempo sono emersi indizi per ritenere che i profitti fossero frutto di ulteriori attività illecite. Per questi motivi si è arrivati oggi alle nuove misure. Sono stati sequestrati oggi 22 fabbricati siti a Roma, Pomezia, Marino e Ardea, Aprilia e Fondi , Magliano dei Marsi , Sgurgola(FR) e  10 terreni siti a Roma, Ardea, Fondi.

 

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