Home » News » Consigli di Viaggio e News Turismo » Museo del fiore, un tuffo nella natura a due ore da Roma

Museo del fiore, un tuffo nella natura a due ore da Roma

Pubblicato il
Museo dei fiori

Un’oasi di quasi 3.000 ettari per riconnettervi con voi stessi e con la natura, a poche ore da Roma. La riserva naturale Monte Rufeno è un’area naturale protetta in provincia di Viterbo al cui interno è sito il “Museo del fiore”, un’area didattica sorta per apprezzare la biodiversità del territorio.

Istituita nel 1983 dalla Regione Lazio, la riserva naturale Monte Rufeno, gestita dal Comune di Acquapendente, fa parte del sistema dei parchi e delle riserve naturali della regione. La riserva si estende per 2893 ettari a Nord-Est nel territorio aquesiano. I centri abitati di Trevinano e Torre Alfina, molto vicini alla riserva, rappresentano ideali punti di partenza per escursioni e visite all’interno dell’area protetta, che vi lascerà incantati permettendovi di rigenerarvi tra le bellezze della natura viterbese.

Museo del fiore 2
 

La Riserva naturale del Monte Rufeno

L’area protetta, attraversata dal fiume Paglia e solcata da diversi affluenti, è caratterizzata da un territorio collinare, per gran parte ricoperto da boschi che offrono un paesaggio di notevole suggestione. L’alternarsi di piccole radure, pascoli e rimboschimenti a conifere forma un variegato mosaico di ambienti naturali, cui vanno aggiunti i boschi umidi riparali, i cespuglieti di macchia mediterranea e le “trosce”, piccoli stagni temporanei ricchi di vita.
La Riserva ha al suo interno molti vecchi casali, un tempo abitati e oggi testimonianza di un’antica tradizione architettonica. Alcuni sono stati ristrutturati e trasformati in strutture ricettive o culturali a disposizione dei visitatori. Una rete completa di sentieri, tracciati e antiche strade rurali consente agli escursionisti di accedere, a piedi, a cavallo o in bicicletta, a tutti i luoghi più significativi: dalla cima del Monte Rufeno (734 m) alle sponde del fiume Paglia.

Grazie alla posizione geografica, alla storia passata e alle differenti tipologie ambientali presenti la Riserva ha una comunità animale ricca e variegata che unisce specie tipicamente mediterranee con altre di provenienza settentrionale. Per quanto riguarda i vertebrati terrestri (considerando solo l’avifauna nidificante e con l’esclusione dei chirotteri) la Riserva ospita 122 specie: 11 anfibi, 11 rettili, 67 uccelli e 33 mammiferi.
Un elevato livello di biodiversità non solo su scala locale (il Monte Rufeno ha il 65 % delle specie presenti nella provincia di Viterbo e il 54 % del Lazio) ma anche su scala nazionale (il 30 % delle specie italiane).

Il Museo del fiore

Al Museo del fiore vi attende un avvincente racconto che vi permetterà di apprezzare la biodiversità del territorio della riserva e vi condurrà nel mondo del fiore, illustrandone i suoi aspetti evolutivi ed ecologici, i rapporti con il mondo animale e con il mondo dell’uomo, fino alla presentazione della locale tradizione dei Pugnaloni. Particolare attenzione è stata posta per i mezzi di comunicazione, utilizzando giochi, strumenti interattivi e multimediali e dotando il museo di Laboratori, Sala Proiezioni, Ludoteca.

museo del fiore 1

Il museo offre anche una sezione esterna costituita dal “Sentiero Natura del Fiore”, percorso medio-facile ad anello che presenta 21 stazioni didattiche sul fiore e sul territorio, un’area pic-nic antistante per permettere una più piacevole sosta, un Giardino botanico in allestimento e, inoltre,sentieri escursionistici all’interno della Riserva Naturale Monte Rufeno e la possibilità di visitare, proprio dietro il Castello di Torre Alfina, il Bosco Monumentale del Sasseto, esempio di lembo di foresta rifugio secolare, annoverato tra i siti di maggiore interesse naturalistico dell’Italia centrale.

Il territorio 

L’area è attualmente quasi del tutto priva di insediamenti umani e ricoperta da boschi, ma l’opera dell’uomo nel modellare il paesaggio è stata incisiva. Fino agli anni Sessanta l’area era di proprietà privata, gestita in forma mezzadrile. I casali erano abitati da contadini che praticavano la coltura di vigneti, oliveti, cereali alternati a prati-pascoli per l’allevamento del bestiame.

Al graduale abbandono, causato dai bassi redditi, seguì l’acquisizione del territorio da parte dell’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali (A.S.F.D) e di conseguenza la pressione antropica diminuì sensibilmente. L’A.S.F.D. eseguì estese opere di rimboschimento con conifere alloctone sugli ex coltivi, mentre il bosco ceduo, in precedenza intensamente utilizzato, fu lasciato invecchiare. Nel 1977 avvenne il trasferimento alla Regione Lazio e, in seguito nel 1983, l’istituzione della Riserva Naturale Regionale Monte Rufeno.

Impostazioni privacy