Continua il nostro viaggio alla scoperta di storie e curiosità di Roma e del Lazio. Oggi ‘siamo’ nella Capitale d’Italia e andremo a scoprire una curiosità su un modo di dire assai comune. Sapete perché a Roma si dice sempre ‘fare il giro delle sette chiese’? Scopriamolo insieme.
Le “Chiese Gemelle” di Piazza del Popolo, perché sembrano identiche?
Un po’ di storia
Prima di cominciare e rispondere alla domanda di oggi, come sempre un po’ di storia. Ci rifacciamo a Wikipedia. Le prime notizie del culto delle Sette Chiese a Roma risalgono almeno al VII secolo, quando santa Begga tornando a vivere da eremita nel suo paese di ritorno dal suo pellegrinaggio a Roma, volle erigere oltre al suo altri sei oratori che diedero il nome al monastero di ‘Sept-Églises’.
È probabile che tale pratica religiosa risalga all’uso del Papa di celebrare i sacri uffici nelle chiese stazionali di Roma secondo il calendario liturgico dell’epoca, riducendosi poi queste in particolare alle sette ritenute principali, citate da Onofrio Panvinio, includendo alle 5 patriarcali anche le due di Santa Croce in Gerusalemme e San Sebastiano.
Non è da escludere che il culto si ricolleghi alle Sette Chiese dell’Asia minore citate nel Libro dell’Apocalisse, secondo un numero che ricorre molto frequentemente nelle Sacre Scritture che indica perfezione e completezza.
Via delle Sette Chiese è una strada di Roma che collega via Ostiense, all’altezza della Rupe di San Paolo, a via Appia Antica, presso la basilica di San Sebastiano, intersecando via Cristoforo Colombo e via Ardeatina attraverso i quartieri Ostiense (zona Garbatella) e Ardeatino (zona Tor Marancia).
La lunga strada (oltre 3 km) che collega direttamente con un andamento ovest-est la basilica di San Paolo fuori le mura sulla via Ostiense a quella di San Sebastiano sulla via Appia incrociando la via Ardeatina nei pressi delle Fosse Ardeatine, attraversa un territorio interessato dalla presenza delle catacombe più rilevanti dei primi secoli del Cristianesimo.
Il Giro delle Sette Chiese
Il Giro delle Sette Chiese è un itinerario di pellegrinaggio cristiano praticato a Roma sin dal Medioevo. Fu rivitalizzato e formalizzato nel XVI secolo da san Filippo Neri.
Nella sua forma originaria, il giro consiste in un percorso ad anello di circa 20 chilometri che tocca le quattro basiliche papali maggiori e le tre più importanti basiliche minori: Basilica di San Giovanni in Laterano; Basilica di San Pietro in Vaticano; Basilica di San Paolo fuori le mura; Basilica di Santa Maria Maggiore; Basilica di San Lorenzo fuori le mura; Basilica di Santa Croce in Gerusalemme; Basilica di San Sebastiano fuori le mura.
Data la lunghezza dell’itinerario, esso viene spesso percorso dai pellegrini in due giornate. Originariamente si impiegava una giornata intera per completare il giro. In seguito la visita veniva svolta in due giornate dedicando la prima alla sola basilica di San Pietro e la seconda alle altre sei, con partenza dalla basilica di San Paolo, proseguendo poi in senso antiorario per terminare alla basilica di Santa Maria Maggiore.
Attualmente il Giro delle Sette Chiese si svolge in forma collettiva in notturna due volte l’anno, a settembre e a maggio, poco prima della festa di san Filippo Neri, guidato da un Padre della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri.
Il Giro delle Sette Chiese è anche considerato un atto di devozione tipico del “tempo di Passione”, e si svolge per tradizione in moltissime località dove vi sia una presenza cattolica. In particolare, durante il triduo pasquale (dalla sera del Giovedì Santo, per tutto il Venerdì Santo, e buona parte del Sabato Santo), è in uso la tradizione di visitare sette chiese soffermandosi a pregare nei pressi del Santissimo Sacramento riposto nell’Altare della Reposizione e/o del Cristo morto; anche per questo è usanza (impropria) chiamare questo Giro la visita dei sepolcri.
L’espressione “fare il giro delle sette chiese” ha anche assunto nel linguaggio comune una valenza negativa: essa può significare – a seconda delle zone – perdere tempo girando senza scopo oppure cercare affannosamente qualcuno che dia ascolto.