Roma Caput Mundi, ovvero “La Città Eterna Capitale del Mondo”. L’espressione latina, a livello militare e storico, disegna il primo modello di globalizzazione nel mondo. Il popolo romano, attraverso il dominio dei mari e delle rotte commerciali sul Mar Mediterraneo, si era imposta come “Capitale del Mondo”. Un mondo conosciuto, sia chiaro, che si estendeva tra Gallia, terre italiche, la realtà fenice ed egizia, i Balcani e le porte dell’Oriente.
Roma Caput Mundi, un modello per i popoli del Mediterraneo
Roma ha forgiato le radici del modello di globalizzazione sociale, in un merito che deve condividere, a pari merito, con la civiltà ateniese. Discendendo dai greci, l’indole di portare cultura e dottrina è nel nostro dna. Pensiamo ad esempio come, durante l’Antica Roma e l’Antica Grecia, i mercati di queste città diventano punto d’incontro per tante culture: mercanti che vendevano prodotti provenienti da tutto quel “mondo” che affacciava sul Mar Mediterraneo. Cibi, sete, minerali preziosi con cui fare i gioielli, addirittura la vendita di schiavi e gladiatori.
Roma modello di un modello Occidentale nel mondo
Se Roma ha avuto un’influenza sul mondo grazie alle imprese militari, sul piano culturali tali riconoscimenti vanno condivisi con Atene, ovvero i nostri fratelli dirimpettai e da cui discende la nostra leggendaria cultura. Grazie alle vicende storiche che si sono svolte sul suolo della Città Eterna, il nostro modello socio-culturale si è rivelato lo scheletro di una storia scritta secondo i canoni dell’eurocentrismo, diventando anche una realtà da esportare alle nuove terre conquistate (le Americhe, l’Asia, l’Oceania e alcune colonie africane).
La forza della storia nella tradizione di Roma
Se la traccia di Roma è rimasta nei secoli, importante è stata la trascrizione di tante vicissitudini avvenute nella Città Eterna in oltre un millennio di anni. Trascrizioni su pietra, monumenti come il Colosseo, tracce evidenti della vita romana nei parchi archeologici e soprattutto in quelli che erano i porti romani. Un patrimonio apparentemente meglio tenuto in confronto alla Grecia, dove tanti autori e filosofi avevano preferito tramandare il loro sapere (si veda l’esempio del pensatore Socrate).
Il patrimonio archeologico ci racconta Roma
Acquedotti, porti, vecchie strade, monumenti e templi. Nonostante la Città Eterna abbia vissuto devastazioni legate a imperatori “fumantini” – il presunto incendio di Nerone – e calamità naturali come il terremoto, la vita dell’Antica Roma vive nei propri resti. Nonostante le ruberie dei barbari discesi nella Capitale nel corso dei secoli, ancora le strutture imperiali ci raccontano la società dei romani, i loro stili di vita e come si spostavano questi popoli fuori dalle mura romane.
La grande di Roma costruita sulla guerra
La grandezza di Roma viene costruita sulla concezione di guerra, per estendere il proprio territorio ma soprattutto portare la propria cultura e l’architettura. Il poeta Marco Annea Lucano, nei suoi scritti, diceva come “la Capitale fosse un fulcro principale per l’attività politica e commerciale sul Mediterraneo”. Un potere raggiunto con le azioni di guerre, come avvenne con popoli antagonisti come i Fenici e i Galli, che sicuramente hanno stimolato la propensione guerriera dei romani verso la conquista di nuove terre.
Tutti seguono Roma come modello
Roma e Atene, i due cuori d’Europa. Qui trae origine la società occidentale come oggi la concepiamo, anche con il primo modello d’immigrazione posto sulle terre europee. Si diventata cittadini romani abbracciandone la cultura, ma soprattutto vedendo riconosciuti pari diritti come cittadini della Capitale del Mondo.
Una società che includeva tutte le persone delle proprie terre, dal Nord Europa fino a toccare la punta del Medio Oriente. Non è un caso come, all’interno dell’Antica Roma, re e imperatore avessero visto una nascita fuori dalle cinte murarie romane, provenendo anche dalle terre del Nord Africa o il Medio Oriente.
Foto: Nino Supino