SPQR è la famosa scritta che rimanda a una romanità senza tempo e oggi motto di molti romani, ma cosa significa SPQT? Il particolare.
Tutte le strade portano a Roma. Questo detto apre le porte a una storia millenaria, quella che descrive la Capitale d’Italia, tra passato, presente e futuro. C’è di tutto nella Città Eterna proprio perchè – per quello che ha vissuto – sembra essere senza tempo. Sul suolo capitolino si è effettivamente scritta la storia e anni di vicende e suggestioni sono racchiuse nei particolari architettonici e non solo di un territorio sempre in espansione. Sentiamo sempre dire SPQR, ma cosa significa?
Letteralmente “Senato e Popolo Romano”: espressione che serve a indicare l’egida di Roma a livello territoriale, esecutivo e giudiziario. Una specifica che si usava nell’antichità e oggi viene ricordata come cenno storico più diffuso. Non è un caso che sia anche oggetto di tatuaggi in omaggio a Roma e la Roma. Viene infatti ricordata in vari modi, ma l’origine della scritta è di tipo storico letterario. Appannaggio dei Latini e serviva a indicare Roma come riferimento. La Capitale, infatti, ha sempre avuto rilevanza e lasciato tracce della propria presenza ovunque andasse. Nel senso che l’Urbe capitolina si muoveva e conquistava in ambito storico sociale.
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SPQR e non solo, cosa significa: analisi e diffusione
Tante furono le civiltà cresciute ed evolute sotto i romani. Una commistione di popoli che oggi fanno sì che Roma venga definita anche meticcia, ma all’epoca era più una perenne guida per i popoli sottomessi. Quindi con la dicitura SPQ si dividevano le circoscrizioni per definire anche le autonomie. Una scelta fondamentale perchè era impossibile per imperatori e sovrani gestire tutti i possedimenti: l’unica soluzione era delegare i capi sezione, un primo esempio di circoscrizioni infatti si ebbe nell’antica Roma con appunto le divisioni per territori. Quindi SPQT sta a indicare il Tuscolo.
L’attuale Comune di Frascati che all’epoca era sotto la giurisdizione di Roma, ma godeva di un’autonomia personale. Sempre attraverso referenti sul territorio. La gestione era dunque capillare. L’unica maniera per far sì che l’impero si espandesse senza perdere il controllo del territorio acquisito. Una certezza per i romani era solidarizzare con i popoli conquistati: prendere il buono delle loro usanze e tradizioni per annetterle a una cultura in espansione, anche per questo motivo l’Impero è durato a lungo. Una sorta di integrazione ante litteram: concetti che tornano ancora oggi, ma in chiave diversa. Roma ringrazia, ma le impronte del tempo dicono molto di più. Significa che le tracce della storia parlano, ma a tramandarle devono essere anche i cittadini.
Quindi non limitarsi solo alle conoscenze basiche, ma approfondire un discorso culturale che va avanti da millenni. Non solo SPQR, ma tutto quello che c’è dietro è importante da ricordare e sapere. Ricordare è vivere, farlo con consapevolezza equivale a vivere meglio. Non esistono altre strade per cogliere il segno dei tempi: se è vero che la storia è fatta di corsi e ricorsi, anche un semplice detto può fare la differenza. Quel che conta sono le coscienze di molti che devono (o dovrebbero) restare sempre in movimento grazie ai continui richiami che la storia offre. Non resta che lasciarsi cullare da altre importanti – e a tratti epocali – scoperte.