Emergono dati inquietanti riguardo la vicenda che ha portato all’omicidio di Rossella Nappini, uccisa pochi giorni fa a coltellate nella zona di Monte Mario Alto. Parla in esclusiva, su La Repubblica, il coinquilino del presunto assassino, che delinea la personalità di questa persona. “Sapevo che non riusciva a gestire la rabbia. Il delitto potrebbe essere nato da una convivenza sfumata con la donna”.
Omicidio Rossella Nappini, parla l’amico del presunto killer: “Lui non sa gestire la rabbia”
Tutto fa intuire come il presunto killer potesse essere fermato, soprattutto per atteggiamenti anomali che si portava da anni alle spalle. Il coinquilino parla chiaro, descrivendo importanti particolari del soggetto indagato per omicidio: “Aveva problemi con la gestione della rabbia, ma anche altri problemi psicologici. Il giorno dell’uccisione di Rossella, è tornato a casa come se nulla fosse successo”.
Una lite alla base dell’omicidio di Rossella Nappini?
Le dichiarazioni del coinquilino del presunto assassino, potrebbero delineare nuove verità attorno alle indagini. Specialmente quando racconta: “So come avesse in programma di andare a vivere insieme a Rossella Nappini. Una condizione che però aveva infastidito qualcuno, probabilmente nella famiglia della stessa donna. Dopotutto lui raccontava di un passato difficile in Marocco, un Paese dove soprattutto dopo oggi non è più ben visto”.
La fine della relazione alla base dell’omicidio
Prosegue la testimonianza del coinquilino, che fa emergere vari dettagli intimi tra il presunto assassino e Rossella: “Era felice di stare con lei, della loro storia ne parlava come una favola. Il tracollo è avvenuto circa una decina di giorni prima di questo omicidio, con lei che lo ha lasciato. Alla base della crisi tra i due, ci sarebbe stata una violenta lite tra il mio amico e la madre di Rossella, con la vittima che ovviamente ha preso le parti della propria mamma come avviene in questi casi”.