Alla scoperta di Torvaianica, nota località balneare del Litorale Romano e all’interno del Comune di Pomezia. Attorno a questo territorio, come leggiamo dalla mitologia latina, avvenne il leggendario sbarco di Enea. Una condizione che avrebbe portato alla conseguente fondazione di Roma, considerato come l’eroe troiano viene considerato per la leggenda come antenato di Romolo e Remo.
La storia sul nome di Torvaianica
Il nome deriva da una delle costruzioni più note del territorio, ovvero la Torre di Vajanico. Parliamo di una roccaforte costiera, denominata anche Mezzavia. Essa, come altre costruzioni come la Tor San Michele o la Tor Boacciana, aveva il compito di sorvegliare il litorale laziale verso il finire del 1500. Da quello che sappiamo, tale costruzione venne fatta costruire nel 1580, proprio con uno scopo militare per l’intera zona.
Il territorio che vegliava contro l’azione dei pirati
La Torre di Vajanico, voluta fortemente da Papa Gregorio XIII, aveva uno scopo ben preciso: monitorare che il territorio laziale non venisse attaccato dal mare. Sul finire del 1500, le più grandi minacce per il Papato arrivavano dai pirati saraceni, che tendevano ad avvicinarsi ai territori di Ostia e Torvaianica grazie a un utile appoggio presso le non vicinissime Isole Pontine (in particolare Ponza, Zannone e Palmarola).
Lo sviluppo del territorio di Torvaianica
Almeno fino agli Anni ’20 del Novecento, non si può parlare di un vero sviluppo cittadino di Torvaianica. A partire da questo momento storico, anche per l’azione delle bonifiche sul litorale laziale, questa zona costiera verrà abitata dai pescatori che erano soliti operare lungo le coste davanti Roma e Anzio. Proprio da queste persone, si troveranno i fondatori di questa nota località balneare.
La Torre un simbolo, che non c’è più, del territorio
Nonostante della Torre di Vajanico non esista più nulla, per secoli è stata il centro del territorio torvajanichese. Pensiamo ai pescatori all’inizio del ‘900, che dai territori della Campania – in primis Napoli – andarono a creare una prima struttura villaggistica proprio ai piedi dell’imponente struttura. Torrione che fu reso inutilizzabile dai bombardamenti tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale, fino alla definitiva distruzione nel periodo degli Anni Sessanta.
Il dilemma sulla grafia di Torvaianica
Alla storia, il territorio porta dietro di se un dilemma sulla corretta grafia della città balneare. Sono almeno tre le grafie utilizzate da cittadini, interni o meni, per chiamare questo luogo. Una è come la scriviamo noi… ma non solo. Altri utilizzano la scrittura Torvajanica per definirla. Un’altra parte, più minoritaria invece, usa una grafia più rara per esprimerla: Tor Vaianica.
Come si scrive esattamente la città?
Secondo i linguisti, la grafia corretta della città è Torvajanica. Ma perché tanta confusione su questo termine? Anzitutto partiamo con le popolazioni che hanno vissuto, negli ultimi cento anni, questo territorio balneare: ogni realtà culturale, infatti, ha riportato il nome secondo i canoni del proprio regionalismo, declinando il nome della zona secondo il proprio accento e la propria dizione.
L’italianizzazione di Torvajanica: il fenomeno linguistico
Attorno al nome di Torvaianica, possiamo dire si nasconda un importante processo linguistico che va avanti da 600 anni. Tutto parte dalla nominazione facendo sponda alla Torre di Vajanico, ma solo in epoche recente si può parlare di un’italianizzazione del nome della cittadina. Come detto, solo per l’influsso di un italiano meno dialettale, negli anni, la “J” si è trasformata in una più conosciuta “I”, dando di fatto al nome della realtà cittadina un nome più italianizzato secondo gli studi linguistici.
La scissione dall’italiano volgare
Con “italiano volgare” intendiamo una lingua remota, che almeno oggi veramente in pochi utilizzano (i sempre meno usati dialetti). Se da una parte vanno difesi, all’interno del Comune di Pomezia la grafia Torvajanica viene usata sempre più raramente. Nonostante questa, a detta dai linguistica, venga riconosciuta come la giusta scrittura per indicare la città.
Foto: circor80