Svolta nelle indagini per l’omicidio di Sandro Epifano, detto ‘Furgone’. Il 53enne, volto noto alle forze dell’ordine, è stato ucciso lo scorso 27 agosto a Pomezia. I carabinieri della Compagnia di Pomezia, di concerto con il Nucleo Investigativo di Frascati, hanno arrestato un 39enne perché gravemente indiziato del delitto. Su di lui pesa, al momento, soprattutto il fatto che è acclarato che proprio la notte dell’omicidio avesse dato appuntamento ala vittima.
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La lite per un affare di droga finito male
L.S. aveva dato appuntamento a Furgone il 27 agosto scorso per discutere di un affare. Con tutta probabilità, come sta emergendo, si trattava di una compravendita di sostanze stupefacenti. Una volta giunti nei pressi di via Singen, però, le spiegazioni di Epifano non devono essere piaciute al 39enne e si è accesa una lite. Così pare che gli abbia sparato alla schiena. Per alcuni giorni, c’è da dire, gli inquirenti hanno brancolato nel buio. Le modalità di uccisione, soprattutto, non erano affatto chiare. Inizialmente si è pensato ad una ferita da arma da taglio. Poi, dopo il decesso presso l’ospedale Sant’Anna di Pomezia e soprattutto dopo l’autopsia, è emerso che ad uccidere Furgone è stato un colpo di arma da fuoco. La criticità si era creata a causa del fatto che il proiettile era rimasto all’interno del corpo e non vi era foro d’uscita.
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Via Singen, fucina di spacciatori
Il cadavere di Epifano era stato trovato a terra privo di documenti d’identità. Ciononostante i carabinieri lo hanno identificato in poco tempo, in quanto Furgone era a loro assai noto. Così le indagini hanno preso la direzione del regolamento di conti per fatti di droga, anche in considerazione del fatto che via Singen è zona nota per essere frequentata da spacciatori. I residenti da tempo denunciano il fenomeno. Così si è risalito a L.S., configurando la vicenda come la conseguenza di un affare andato male.