Sogni da realizzare, progetti di vita da concretizzare, ma anche aspettative per un atteso progetto. Sono tanti i motivi per i quali numerose persone tentano la sorte lanciando una monetina nella Fontana di Trevi. Una speranza per molti, un’aspettativa per qualcuno, di certo un gesto che fa parte integrante di uno degli indiscussi simboli di Roma.
Il lancio delle monetine, un vero e proprio ‘rituale’
E anche il lancio delle monete non deve essere fatto a caso. Esiste un vero e proprio rituale. Spalle alla fontana, occhi serrati e mano destra sulla spalla sinistra, il pensiero rivolto al desiderio e, per finire, il lancio del soldo. Una tradizione vera e propria quella legata alla storica fontana in stile barocco iniziata da Nicola Salvi e portata a compimento dall’architetto Giuseppe Pannini e a seguire da padre e figlio, Pietro e Virginio Bracci, per essere inaugurata a maggio del 1762.
Chi fu il primo a lanciare i soldi nella fontana
Il lancio della moneta nella Fontana di Trevi ha anch’esso una sua storia. Si ritiene, infatti, che il primo a lanciare un soldo nel famoso monumento sia stato Wolfang Helbig che soggiornò a Roma tra l’800 e il 900. L’archeologo tedesco, che condivideva i suoi studi nella città eterna insieme a noti personaggi culturali della sua terra, al momento di dover tornare a casa, erano affranti all’idea di lasciare la Capitale. Fu così che Helbig inventò il lancio della monetina, di buon auspicio per ritorno a Roma. Da qui sarebbe nata l’usanza del lancio delle monetine nella fontana. Anche se esistono anche leggende che riportano indietro fino agli antichi romani, i quali sarebbero stati soliti lanciare monete in corsi d’acqua per assicurarsi il favore delle divinità.
Chi raccoglie le monete e che fine fanno?
In tanti si saranno chiesti che fine fanno quei soldi. Quando vengono recuperati e a cosa vengono destinati. Ebbene la raccolta delle monete viene svolta ogni giorno, in orari in cui non ci sono tanti romani e turisti in giro, così da consentire le operazioni senza eventuali difficoltà provocate delle numerose presenze. Ad occuparsi del procedimento di recupero delle monetine è Acea, alla presenza degli agenti della Polizia di Roma Capitale, che ha anche il compito di occuparsi dell’acqua e dell’illuminazione di Trevi. La società svolge l’intervento servendosi di una pompa aspiratrice grazie alla quale riesce velocemente a prendere i soldi depositati nella vasca grande della fontana.
Quotidianamente vengono raccolti circa 3mila euro
Viene stimato che quotidianamente vengano lanciati in acqua circa 3mila euro, e che in un anno l’importo complessivo si aggiri sul milione di euro. Una somma che viene destinata alla Caritas diocesana della Capitale. Una destinazione stabilita grazie a una convenzione di quest’ultima con il Campidoglio. Per cui quelle somme vengono destinate a sostenere economicamente senzatetto e persone in condizioni di indigenza.
L’accordo che destina quelle somme agli indigenti residenti nella Capitale
Ed è così che quel denaro viene impiegato per garantire un tetto ai clochard, un pasto caldo agli indigenti e anche la possibilità, per famiglie in difficoltà, di acquistare beni di prima necessità in supermercati convenzionati. Un ‘raccolto’ prezioso per sostenere e superare il disagio economico nel quale versano tante persone. Ma a fronte di un progetto che vuole essere di supporto sociale, resta il fatto che tante di quelle monete vengono prese di mira dai ladri. E quindi le forze dell’ordine devono fare i conti anche con malintenzionati che sperano di intascarsi un facile bottino, pescandolo dalla Fontana di Trevi. Per cercare di arginare questo fenomeno, però, sono state posizionate transenne che impediscono di accedere facilmente alla vasca con l’acqua e le famose monetine.