Latina fa sul serio. Nella giornata di ieri, presso il Comune pontino, è stata presentata in conferenza stampa la candidatura di Latina Città della Cultura 2026, questione topica delle ultime settimane in provincia. Presenti ovviamente il sindaco Matilde Celentano, l’assessore all’urbanistica Annalisa Muzio e la madrina della proposta Daniela Cavallo direttrice del progetto Latina Candidata Capitale Italiana della Cultura 2026. Poi ancora Alberto Gottardi CEO di Pg&W e i referenti per i tre asset del progetto. Massimo Rosolini per l’asset Architettura del ‘900, Massimo Marini per l’asset Sviluppo Sostenibile ed Emilio Andreoli per l’asset Modello Sociale.
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Celentano: “Una operazione di marketing che coinvolge tutto il territorio”
Così il sindaco: “È la prima conferenza stampa della candidatura di Latina a città della cultura. Questa è un’operazione di marketing che coinvolge tutto il territorio e la cultura crea legami, i sindaci presenti oggi lo dimostrano. C’è il disegno di legge per il centenario di Latina tra 9 anni, che ha per temi quelli che abbiamo sviluppato nella candidatura. Tutto nasce quando con Annalisa Muzio siamo andate ad un convegno dell’ordine degli architetti, ci si prospettava davanti una sfida che abbiamo deciso di accettare. A fine settembre verrà presentata la candidatura e speriamo che il Ministero della Cultura resti stupito”. Ancora, l’intervento dell’assessore Muzio: “Nonostante le polemiche, la città arriva unita e compatta. Sono cresciuta sentendomi dire che avevamo tutto e forse dobbiamo toglierci il velo che abbiamo davanti gli occhi. Non ho mai visto un tifo così grande dai tempi del campionato di serie B. Dobbiamo fare rete, è una seconda fondazione“.
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I tre asset
Una scelta coraggiosa, sottolineata anche dall’assessore Annalisa Muzio. Ma le dichiarazioni nel merito sono soprattutto a carico della coordinatrice del progetto, l’architetto Daniela Cavallo, che precisa: “Le tre linee di candidatura sono una sul modello sociale di Latina, con la sua accoglienza e il suo superare le barriere; una sull’architettura e l’arte del Novecento, di cui è pioniera e capitale; una sulla sua eccellenza nel fare impresa. Questi tre asset si intersecano con tre tipologie di azioni, ognuna delle quali raccoglie gli obiettivi dell’Agenda 2030, richiesti dal ministero. Ogni azione ha poi strumenti propri, dai festival ai premi alle installazioni di arte contemporanea.
C’è poi la narrazione, legata al mito, per raccontare e sognare, basato su Ulisse e Enea, declinato in chiave filosofica. Infine, tutto il sistema è intersecato da due modalità di progetti: quelli che resteranno per sempre sul territorio e quelli temporanei. Per prima cosa, abbiamo fatto la mappatura di tutti gli eventi già esistenti, e sono tanti». Secondo la Cavallo, dunque, «si tratta di un lavoro di alta sartoria: cuciamo un abito unico per Latina”.