‘Paese che vai usanze che trovi’. I proverbi antichi riesco a inquadrare la realtà meglio di qualsiasi altra espressione. È innegabile che a seconda della città o del territorio in cui ci si trovi si ‘incontrano’ abitudini, consuetudini, vezzi e spesso anche modi di dire che sono tipici di quel posto specifico.
Roma ha tante abitudini che sono tipiche
Roma vuoi per la sua straripante storia, è ricca di usanze che sono entrate a far parte della tradizione, e al pari di una consuetudine che diventa ‘legge’, anche le abitudini di vita dei romani sono entrate di diritto a far parte di una routine che è inscindibile dalla quotidianità. Ma se chi ci è nato non ci fa caso, perché è la normalità saldamente radicata nella realtà, i visitatori restano a volte basiti, altre affascinati dalla cultura capitolina. Solo da spettatori esterni è possibile vedere alcune peculiarità che fanno dei romani un popolo unico.
Il maritozzo è uno dei dolci immancabili nella colazione romana
Che sia la regola o anche solo l’eccezione, il maritozzo romano, ripieno di panna, come da tradizione, o nelle sue varianti, con crema o cioccolato, è la colazione romana per eccellenza. Nasce come dolce tipico, anche se esistono ormai anche nella versione salata, è un prodotto estremamente semplice, una sorta di soffice pagnottina dolce perlopiù farcita. Una vera e propria tradizione che risale ai tempi degli antichi romani che nasce per coloro che lavoravano nei campi. Un pasto sostanzioso, originariamente, fatto di farina, acqua, uova, olio, sale, miele e uvetta. Ormai una vera e proprio leccornia il cui nome nasce proprio dal fatto che veniva preparato dalle mogli per i loro ‘maritozzi’.
L’abitudine di trascorrere lunga parte della giornata in auto per raggiungere lavoro e locali
Non solo maritozzi a Roma che, tra le altre cose tipiche, ha quella di dover percorrere almeno alcune decine di chilometri al giorno per riuscire a raggiungere il posto di lavoro, ma anche per raggiungere un locale rinomato nel quale trascorrere una piacevole serata di coppia o con gli amici, ma anche per raggiungere gli istituti scolastici e anche solo per avere una vita sociale soddisfacente. Le distanze nella Città eterna sono una cosa non da poco e costringono i romani a trascorrere lunga parte delle loro giornate in macchina, tra traffico, ingorghi e, troppo spesso, lunghe code.
Immancabile la pizza romana e la pinsa
Tra i luoghi comuni capitolini, non può mancare la pizza. Una pietanza ben diversa da quella napoletana, perché più croccante, senza cornicione, sottile ed estremamente friabile. Scelta come snack da consumare per la merenda dei bambini, per i sabato sera a cena fuori, o anche per un pranzo veloce, la pizza ha un ruolo predominante sulle tavole dei romani. Sorella della pizza a Roma è la ‘pinsa’ che ha la caratteristica di essere più digeribile e meno calorica. Il nome deriva dal latino ‘pinsere’: stendere, allungare schiacciare. Si tratta, si tratta di una pietanza che non deriva dalla pizza, assai più recente a Roma, ma dalla rivisitazione di ricette antiche. Si tratta di una sorta di schiacciatina fatta con farina di riso, frumento, soia e lievito madre, dalla forma ovale, il cuore morbido e l’esterno croccante.
Il supplì altra pietanza che non può mancare ai romani
Seppure la Capitale è nota per monumenti, musei, architettura, la cucina sembra ‘fare la parte del leone’ per i suoi cittadini. Non solo maritozzi, pizze e pinse, infatti, nella quotidianità dei romani, ma anche i succulenti, croccanti e filanti supplì. Un cibo veloce da gustare camminando per le strade di Roma, o anche da portare a casa e consumare a merenda o in una cena frugale. Nasce come una sorta di polpetta di riso con pomodoro e mozzarella all’interno, ma con il passare del tempo, ha subito varie modifiche e introdotto tante varietà. E qualora i romani si trovassero in strada a consumare uno dei piatti tipici, non avrebbero alcun problema a dissetarsi, visto il considerevole numero di fontanelle che si trovano in giro per la città. Tra le altre ci sono quelle conosciute come nasoni, forniscono a cittadini e turisti, un’acqua fresca e potabile, la stessa che arriva nelle case. Non solo decoro, quindi, ma anche una preziosa risorsa per Roma. Perché non viene certamente sprecata… Una volta che finisce nelle fogne viene depurata e utilizzata nei consorzi agricoli per l’irrigazione dei campi.