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Il “testamento” di Mazzone letto in piazza: “A Totti lascio la sabbia dietro la linea di porta, a Mourinho i miei ‘ahò'”

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Ha lasciato un po’ di sé a chiunque abbia incontrato durante la sua lunga carriera sportiva Carletto Mazzone. Un’eredità simbolica, tra ironia e ricordi, che è stata svelata grazie a un “testamento immaginario” condiviso pochi giorni fa dai famigliari del defunto allenatore. Un racconto che Marco Ciriello ha reso pubblico su Domani, in cui immagina che a dar voce a Mazzone sia un pulcino della Roma, scelto per la lettura della carta testamentaria in piazza Ascoli Piceno, a Roma.

A Totti un casio digitale, a Baggio il quaderno degli appunti tattici

Uniforme romanista per “picchietto”, pulcino romanista che ha cominciato a passare in rassegna tutte le volontà di Mazzone, da sopra un cassetta della frutta come podio per la lettura. A Francesco Totti, che Mazzone lanciò in prima squadra con la Roma, l’allenatore avrebbe lasciato “un vecchio Casio digitale in plastica con cronometro, e la mia collezione di sabbia dietro la linea di porta: nel caso perdesse il ricordo dei gol”. A Roberto Baggio gli appunti tattici che ha trascritto durante anni e anni di partite. A Pep Guardiola “i terzini che salgono a prendersi lo stupore della gente di ieri, e la mia vecchia maglia della Roma per Marcelo Bielsa”, informerebbe il pulcino davanti a una folla di tifosi e affezionati.

Una lunga lista tra tutti i calciatori che formò tra Ascoli, Pescara, Fiorentina, Catanzaro, Bologna, Lecce, Cagliari, Napoli, Perugia, Brescia, Livorno e la Roma, con cui collaborò tra il 1993 e 1996.

A Mourinho gli “Ahò” e Pirlo la corsa sotto la curva dell’Atalanta

Uno scrigno di ricordi, tra rimproveri, esultazioni e festeggiamenti, gli stessi che lascia ai posteri tramite il suo testamento immaginario. Ad Andrea Pirlo Mazzone secondo il racconto di Ciriello lascerebbe la “corsa sotto la curva dell’Atalanta, fatta dal mio gemello Carlo II, nella speranza che si scomponga almeno una domenica” prosegue il testamento immaginario. Ha lasciato gli ‘Ahó’ a José Mourinho; a Claudio Ranieri  lascia “la voglia di continuare a dare l’anima senza farlo vedere, come quando lo conobbi a Catanzaro”. Un percorso significativo che ha voluto lasciate a Romelu Lukaku, lasciandogli tutti i ricordi del Catanzaro, a lui che “avrà anche condiviso il latte coi sorci ma c’ha la memoria de Giorgia Meloni”, ironizza la lettera.

Mazzone: “Lascio le mie sconfitte a Cristiano Ronaldo”

Non solo gioia e trionfi, ma anche l’ammissione della sconfitta, come fossero un tesoro. Da lasciare direttamente a Cristiano Ronaldo. “Le mie sconfitte non potendole lascia’ a Carletto Ancelotti, dopo Perugia poi, le lascio a Cristiano Ronaldo: le mie vittorie e la mia ironia tutto a Ivan Juric, poraccio; a Jaime Báez der Frosinone lascio la possibilità di tirare sempre da qualunque parte, uno che tira le punizioni è più raro d’un romanista che fa vince lo scudetto alla Lazio”.

“La mia voce a Lionel Messi, che nun parla mai”

Per un allenatore la voce, l’entusiasmo e il polso fermo in partita sono essenziali. Mazzone non ha dimenticato proprio niente, così, Ciriello immagina che la sua voce terrigna sia affidata “A Lionel Messi, che nun parla mai”. Ma anche il nervosismo del fine partita, così “La mia stanchezza di chi sa come va a finire la lascio a Luciano Spalletti”, prosegue il lascito. Quando al cuore, alla passione calcistica, l’allenatore ha fatto sapere che resisterà ai tempi più duri. “Er core mio vorrei venisse fatto a pezzi e dato a quelli che verranno convocati con le nazionali minori, me so sempre piaciuti più gli arcangeli de li santi, der pallone, s’intende”, chiude il testamento immaginario, “Invece l’onestà che mi ha permesso de di tutto a tutti, ma non tutti me potevano di’ tutto a me, la lascio a sto regazzino che sta leggendo e a quelli come lui che ancora giocano senza pensa’ a li sordi, tanto ce stanno già a pensa li padri, er mio, invece, nun ce pensava, sarà per questo che, vabbè, se semo capiti. E Forza  Roma“.

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