Saluti dal Colosseo, tra sanpietrini, frammenti di storia, topi e rifiuti. È una cartolina ripugnante quella che sta circolando da alcune ore sui social e immortala l’Anfiteatro Flavio di Roma invaso dai roditori, tra cartacce e sterpaglie di ogni genere. La scena disgusta tanto i romani, quanto i turisti che sbigottiti stanno filmando alcune scene di degrado urbano, contando il numero di topi che si muovono liberamente tra i monumenti e l’immondizia.
Mussolini (FdI): “Nella Roma Imperiale si svolgevano i combattimenti tra gladiatori, oggi tra topi”
Il clou sarebbe nei pressi della scalinata di accesso all’area dell’Anfiteatro Flavio, lato di via Claudia, all’incrocio con piazza del Colosseo. Lì un dipendente comunale, inorridito dall’invasione dei roditori nel patrimonio archeologico di Roma, avrebbe deciso di documentare la cosa affidando il disgusto ai posteri. Una scena arrivata fino in Campidoglio, dove la consigliera capitolina, Rachele Mussolini, ha tuonato dicendo che “Nella Roma Imperiale al Colosseo si svolgevano i combattimenti tra gladiatori, in un Anfiteatro Flavio strapieno. Nella Roma di oggi assistiamo ai combattimenti tra topi, nel degrado assoluto. Aspettando il Giubileo 2025”.
Roma tra le città italiane con più topi, seguono Milano e Napoli
Roma, la capitale d’Italia, è attualmente tra le città con la maggiore diffusione di topi. Questo risultato è in parte attribuibile alla vastità del territorio cittadino e all’alto numero di edifici, compresi quelli storici, che possono rappresentare nascondigli ideali per questi roditori. Inoltre, la presenza di numerosi siti turistici e di ristorazione offre un’abbondante fonte di cibo per i topi, alimentando ulteriormente la loro proliferazione.
Almeno dieci milioni di esemplari tra topi e ratti sono presenti a Roma, con rischi di natura igienico-sanitaria per esseri umani e animali domestici. La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ne ha stimati un numero di tre per ogni abitante della Capitale. Una situazione resa ancora più grave dall‘ondata di caldo torrido che ha colpito la città e i rifiuti non raccolti.
Un allarme che viene lanciato da tempo anche da associazioni animaliste, prima tra tutte Earth. Per bocca della sua presidente nazionale, Valentina Coppola, denuncia come non sarà possibile venire a capo di questa situazione “fino a quando la politica non si affiderà agli esperti. Le forme di derattizzazione attualmente praticate si rivelano inefficaci poiché topi e ratti nel momento in cui si rendono conto della diminuzione dell’entità numerica della colonia divengono istintivamente più fecondi e, quindi, riproducendosi a dismisura, paradossalmente incrementano la loro popolazione”.
Benvenuti (Ecoitaliasolidale): “Persino nella Roma Antica c’era lo smaltimento rifiuti”
Come ha fatto Roma a ridursi in questo stato per quanto riguarda i rifiuti? Cattiva gestione? Di sicuro non mancano gli esempi storico-culturali da cui avrebbe potuto attingere. Lo ricorda persino Piergiorgio Benvenuti, presidente proprio della municipalizzata Ama da agosto 2011 alla fine del 2013 e oggi portavoce del movimento ecologista Ecoitaliasolidale. “Non è più possibile far associare le bellezze della Capitale al tema dei rifiuti. Un tema sempre dibattuto”, anche in antichità, com ricorda Benvenuti,”Basti pensare che ad Atene nel 320 a.C. se ne occupava la Costituzione che prevedeva un servizio pubblico ante litteram di pulizia delle strade da parte di operatori, i cosiddetti coprologi. Anche nella Roma antica, nel II e III secolo d.C. , si prevedeva a ridosso del Porto di Ripa Grande, su Monte Testaccio, uno smaltimento di rifiuti di terracotta, con 25 milioni di anfore, oggi nota come Monte de’ cocci”. Da allora, però, le cose sono cambiate e la Città eterna ha dimenticato molti tasselli della sua storia. Soprattutto, ha dimenticato le sue risorse: il bando per la derattizzazione è fermo da mesi.