Venti minuti. Tanto è durata la detenzione dell’ex Presidente Usa Donald Trump nel carcere di Fulton County. Dietro pagamento di una cauzione da duecentomila dollari è stato poi rilasciato. Ma ciò che rimarrà nella storia è l’umiliazione pubblica perpetrata nei suoi confronti con la foto segnaletica, oltre alla lettura pubblica dei capi d’accusa. La prima a ritrarre un Presidente americano e che ha già fatto il giro del mondo.
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“Detenuto numero P01135809”. La schedatura storica dell’ex Presidente
“Detenuto numero P01135809. Maschio bianco, alto 1,92 cm per 97 chili, capelli biondi o fragola, occhi blu“. Questa la schedatura di Donald Trump in una delle prigioni americane nota per il sovraffollamento, la violenza e le morti sospette dei detenuti. Una umiliazione destinata a rimanere nella memoria della storia americana e che stride con la sua discesa dal suo jet privato prima della consegna presso il il famigerato carcere. Pollice alzato, viso imbronciato, il percorso col codazzo di auto e moto di scorta e qualche fan irriducibile lungo il percorso. Ma anche alcuni residenti afroamericani impazienti di insultarlo. Poi la lettura dei 13 capi d’accusa, tra i quali cospirazione e violazione del Rico Act, la legge antiracket americana. Una prassi, banalmente, riservata ad ogni criminale comune, come peraltro aveva già anticipato un dirigente della polizia. Trump sarà processato insieme ad altre 18 persone accusate come lui a vario titolo; tra questi anche il suo ex chief of staff, Mark Meadows.
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La strategia di Trump. Trasformare la foto segnaletica in una icona
È assai probabile, nonostante la gravità della vicenda, che la schedatura di Trump si trasformi presto in un feticcio pop. Con tutta probabilità, infatti, è questa la strategia comunicativa del Tycoon. Un tentativo di trasformare l’immagine con il timbro dello sceriffo locale in un martirio politico giudiziario. Pare infatti siano già pronte le t-shirt serigrafate. Inoltre, già nelle ore precedenti, lui stesso aveva scelto spontaneamente di costituirsi in prime time al fine di massimizzare l’effetto mediatico. Poche parole ai giornalisti che gli hanno urlato decine di domande prima che risalisse sul suo jet: “Non ho fatto nulla di sbagliato. È un giorno molto triste per l’America“. Ha poi aggiunto: “Quello che è accaduto è una parodia della giustizia, un’interferenza elettorale, non abbiamo mai visto nulla del genere in questo paese“. Il prossimo 5 settembre dovrà presentarsi per la prima udienza. Quella in cui si dichiarerà colpevole o non colpevole.