Rimpallo di accuse per la morte di Stephan, il bambino deceduto per annegamento alle Terme di Cretone pochi giorni fa. Ieri si sono svolti i funerali, ma questo non è servito, almeno da oggi, a placare la polemica sulla sua morte. In tal senso, si è arrivati a un totale scontro tra i gestori della vasca dov’è morto il piccolo e i bagnini di turno su quell’area, in un acceso confronto sulle oggettive responsabilità di questo macabro epilogo.
Bimbo morto alle terme, scarico di accuse tra gestori e bagnini
Se da una parte la Procura di Tivoli sta conducendo le indagini per arrivare alla verità sul decesso di Stephan, dall’altra si è aperto un rimpallo di responsabilità tra i gestori dell’impianto termale e i due bagnini in servizio al momento del gravissimo incidente. La verità al momento è una: con l’attivazione dello svuotamento della piscina e la sua pulizia, il bimbo è stato risucchiato dalle pompe sott’acqua fino all’annegamento.
Su cosa stanno lavorando i magistrati?
Al momento il materiale non è tantissimo. La Procura di Tivoli sperava di poter visionare le telecamere al circuito chiuso intorno alla vasca dov’è avvenuta la tragedia, ma nessuna di queste applicazioni ha ripreso l’incidente e tantomeno Stephan nel momento dell’annegamento. I filmati sarebbero stati di vitale importanza per arrivare alla verità, poichè avrebbero raccontato gli ultimi istanti di vita del piccolo bambino.
La pista della perizia tecnica
Se non ci saranno video a raccontare la vicenda, si proverà a raccontarla attraverso i mezzi scientifici. Sono partite già le perizie scientifiche sulla struttura termale, soffermandosi soprattutto sulla vasca dov’è deceduto il bambino. Non solo si vedrà la piena regolarità della piscina, ma anche il corretto funzionamento del sistema idraulico all’interno del grande vascone termale. Dati che, secondo gli inquirenti, potrebbero spiegare come mai Stephan sia stato risucchiato dalle acque fino a morire.