Anche se i torridi mesi estivi sono agli sgoccioli, la presenza di temporali, piogge ed acquazzoni sembra un ricordo lontano. Infatti, a differenza di qualche tempo fa – chi ha alle spalle qualche anno in più, lo ricorderà bene – è a partire dal Ferragosto – classico “spartiacque”, che segna simbolicamente l’avvicinarsi della fine dell’estate – che iniziano i primi temporali estivi.
Espressione, quest’ultima, con la quale si fa riferimento a forti ma brevi acquazzoni che rinfrescano l’aria ed al contempo, annunciano la fine delle tanto desiderate vacanze. Ora, il grande caldo di questi mesi, nonostante ci abbia messo un po’ a farsi sentire, ha messo tra parentesi le piogge che, invece, nel corso degli anni passati sembrano decisamente più copiose. L’interrogativo che adesso ci poniamo ed al quale cercheremo di rispondere è il seguente: a Roma piove sempre meno?
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È vero che a Roma fa più caldo e piove meno?
Iniziamo subito col dire che la domanda posta non è di semplice soluzione e, complice il cambiamento climatico, pare che le cose stiano prendendo una piega decisamente diversa. Infatti, le piogge diventano sempre più rare ed i temporali più violenti anche se è indubbio che l’acqua del mare così come quella dei laghi e dei fiumi che evapora a causa del grande caldo, tornerà al suolo sotto forma di precipitazioni.
Com’è noto, l’acqua è un elemento fondamentale per la vita: ripristina i livelli dei bacini, alimenta le falde acquifere, irriga le coltivazioni e nelle città riduce i livelli di inquinamento nell’aria, nonché rimuovere terra, polvere e rifiuti. La sua funzione è, dunque, decisamente preziosa all’economia del sistema. Ora, districarsi tra i dati metereologici, trovare – come si suol dire – il bandolo della matassa – è tutt’altro che immediato e facile. Basti pensare che tali informazioni vengono raccolte in modo sistematico da moltissimo tempo (la stazione del collegio romano li raccoglie del lontano 1782!)
Una mole inestricabile (o quasi) di dati
L’incommensurabile mole di numeri generata dai dati fornisce una serie di grafici e di tabelle che possono a loro volta dare adito a serie difficoltà per i non “addetti ai lavori”. Tenendo conto di ciò, le difficoltà nel comprendere se è vero che a Roma piove meno e fa più caldo rispetto al passato sono presto spiegate. Ora, secondo la tabella climatica, la pioggia che mediamente dovrebbe cadere in un anno sulla nostra Penisola è di 878 millimetri, valore che, a ben vedere, con il passare del tempo pare essersi dimezzato. A confermare tale tendenza i dati raccolti dal Ministero delle politiche agricole. Se nel 2009 la pioggia caduta è stata di di 939 mm, con picchi di 1104 e 1142 nel 2013 e nel 2014, nel 2017 si è invece ridotta a 514 millimetri. Fenomeno che trova una conferma anche nelle regioni del Sud, dove le precipitazioni del 2008, pari a 886 millimetri ed in linea con la media, nel 2017 sono passate a 461 mm.
Gli eventi climatici estremi
Alla luce di quanto finora detto, torna a fare capolino la domanda di partenza: a Roma fa più caldo e piove meno? I dati sulla Capitale e su altre cittadine come Bracciano o Monterotondo, non sembrano confermare il fenomeno. Infatti, i dati mensili raccolti negli ultimi dieci anni variano di molto poco. Per avere un quadro dettagliato ed esaustivo del fenomeno bisognerebbe scartabellare e monitorare la situazione mese per mese. Ad ogni modo, se i numeri sembrano dire che sulla Città Eterna cade all’incirca la stessa quantità di pioggia di prima – ed è anche vero – è sotto gli occhi di tutti che ad essere cambiata è l’intensità dei fenomeni. Il cielo infatti si riempie in poche ore di grandi quantità di pioggia, quantità pari al totale di un mese che poi vengono scaricate al suolo con effetti a dir poco disastrosi. E gli eventi climatici estremi che si sono avvicendati nel corso di queste settimane, purtroppo, ne danno una conferma.