L’obiettivo delle modifiche delle aliquote IRPEF, che sono state proposte nel disegno di legge delega per la riforma fiscale, è quello di tendere verso un’unica aliquota.
Nonostante le varie critiche ricevute, è possibile delineare le conseguenze che questa revisione potrebbe avere sui redditi dei cittadini, nonché individuare delle nuove misure per fornire sostegno e assistenza ai contribuenti.
Aliquote IRPEF: beneficiari e cambiamenti in vista
La prospettiva fiscale del governo Meloni sta prendendo forma. L’approvazione della legge delega sulla riforma fiscale delinea il percorso verso l’attuazione di nuove misure cautelari, fra cui l’introduzione di un’unica aliquota IRPEF. Tale aspetto solleva svariati dibattiti, considerando l‘articolo 53 della costituzione che sancisce il principio dell’imposizione fiscale progressiva.
Oltre alle future polemiche, ciò che possiamo anticipare oggi è l’impatto diretto delle aliquote IRPEF sui redditi. Tale revisione, che non riguarda soltanto la forma ma rientra anche nella sostanza, comporta la riduzione a tre degli (attuali quattro) scaglioni dell’IRPEF. In più va specificato che già in precedenza il governo Draghi li aveva ridotti di una unità.
Una volta affrontate le questioni di dibattito legate alla riforma fiscale, si assisterà ad un cambiamento significativo della pressione dell’IRPEF. Le fasce attualmente in vigore sono le seguenti.
Prelievo IRPEF del:
- 23% per quanto riguarda i redditi fino a 15.000 €
- 25% per quanto riguarda i redditi da 15.001€ a 28.000 €
- 35% per quanto riguarda i redditi da 28.001€ a 50.000€
- 43% per quanto riguarda i redditi superiori a 50.000€
La riduzione sia del numero di fasce che dell’entità della tassazione applicata a ciascuna fascia comporta un amalgama che darà luogo a vari possibili scenari, conformemente alle ipotesi previste dalla Ragioneria di Stato.
Primo scenario possibile:
- 23% riguarda i redditi fino a 15.000 €;
- 27% riguarda i redditi fino a 15.001 € a 50.000€;
- 43% per quanto riguarda i redditi superiori a 50.000€.
Secondo scenario possibile:
- 20% per quanto riguarda i redditi da 28.000€;
- 35% per quanto riguarda i redditi da 28.001€ a 50.000€;
- 43% per quanto riguarda i redditi superiori a 50.000€.
Simulazioni
Per fare maggiore chiarezza, sono state condotte simulazioni riguardo i benefici per ogni fascia di reddito. Esaminando entrambi gli scenari sopracitati, il risultato che emerge è il seguente:
Nella prima ipotesi, la revisione fiscale dell’IRPEF porterebbe vantaggi ai redditi che partono da 35.000€. Mentre nella seconda ipotesi, con risultati differenti, i vantaggi si estenderebbero a tutte le fasce di reddito. I redditi superiori a 50.000€ però verrebbero penalizzati, ma comunque affrontando un carico fiscale minore rispetto a quello che è attualmente in vigore.
È importante evidenziare che, nonostante esistano altre possibilità da prendere in considerazione, i due scenari sopracitati sono quelli che godono di un maggiore sostegno da parte della Ragioneria dello Stato.
In ogni caso, come si può notare dalle simulazioni, i principali benefici di questa revisione si concentrerebbero in particolare modo sui redditi più alti. Il governo inoltre sta valutando una possibile riorganizzazione della No Tax Area, ovvero la soglia di reddito sotto la quale l’imposizione fiscale dell’Irpef non viene applicata.
Attualmente le soglie della No Tax Area sono fisse ai seguenti valori: 8.174€ per i lavoratori dipendenti, 8.500€ per i pensionati e a 5.500€ per i lavoratori autonomi. Inoltre, per quanto riguarda i redditi da lavoro dipendente che raggiungono la cifra di 15.000€ l’anno, è previsto un trattamento integrato di 1.200€. Parallelamente vi è anche una proposta alternativa, che riguarda l’aumento della soglia a 8.500€ l’anno per tutti i contribuenti. Tuttavia, questa modifica è ancora in fase di valutazione.
Aliquota unica
Per realizzare l’obiettivo finale del governo è necessario implementare un’aliquota unica. Ma per farlo sarà necessario rivedere la Tax expenditure, ovvero il sistema delle agevolazioni fiscali. Ma anche in tal caso ci troveremmo nell’ambito delle ipotesi, in quanto non ci sono informazioni certe a riguardo.
Infine va sottolineato che l’intento del governo è quello di consentire a tutti i lavoratori dipendenti l’opportunità, già concessa a tutti i lavoratori autonomi, di dedurre alcune spese legate all’esercizio di rispettive attività professionali.