Stalking e violenza sessuale. Capi di imputazioni pesanti, quelli per i quali un agente di Polizia locale è finito a processo. Abusi, al momento presunti, che avrebbe commesso nei confronti di alcune colleghe di lavoro, durante le ore di servizio.
L’uomo avrebbe molestato in diverse occasioni le vigilesse
Il vigile, in un caso, avrebbe tirato il gancetto del reggiseno alle colleghe, in altri le avrebbe accarezzate sulla schiena e ancora avrebbe imposto ad alcune di loro di fargli compagnia nell’auto di servizio per poi allungare le mani, fino all’episodio clou, come riporta La Repubblica, nel quale avrebbe cercato di saltare addosso a una vigilessa mentre si trovavano soli in ascensore, avendo di tutta risposta uno schiaffone.
Tentati approcci che si sarebbero consumati in cinque anni
Nel tempo, poi sarebbero stati altri i comportamenti che si sono sommati a configurare i capi di imputazione. Fatti, ricostruiti dalla Procura della Repubblica, che sono riconducibili al periodo che va dal 2011 al 2016. Approcci a sfondo sessuale, che si sarebbero concretizzati in pizzicotti e anche offerte di ‘scaldare’ una collega che sentiva freddo. Fatti che avrebbero portato le destinatarie di quelle attenzioni morbose, a prendere le distanze, inducendo l’imputato a ‘fargliela pagare’ sul posto di lavoro, screditando il loro operato.
Di fronte al diniego delle vittime, il vigile screditava il loro lavoro
In particolare sarebbe stata una delle vigilesse la destinataria di avance piuttosto pressanti, messaggi e il tentativo di baci che la donna avrebbe rifiutato. Un rifiuto che è costato a quest’ultima ritorsioni sul posto di lavoro. Un comportamento che l’agente di Polizia locale avrebbe potuto mettere in atto anche grazie al ruolo ricoperto. Ma le vittime di quelle molestie sarebbero ben quattro e ora il vigile sarà chiamato a chiarire la sua posizione davanti al tribunale di Roma, in un procedimento penale che lo vede imputato per atti persecutori e violenza sessuale.