Il rischio che cani, gatti o anche bambini potessero imbattersi in esche avvelenate nel parco di Tor Tre Teste ha indotto gli uomini della Polizia locale di Roma Capitale, in particolare il V Gruppo Casilino, ad intervenire tempestivamente per verificare quanto sta succedendo nell’area protetta.
Strana polvere bianca alla base degli alberi del parco
La centrale operativa della Polizia locale ha ricevuto la segnalazione da una frequentatrice dell’area verde che due giorni fa si è imbattuta in una polvere bianca posta alla base degli alberi. I vigili allertati, non si sono fatti attendere e hanno proceduto a un sopralluogo chiamando in aiuto anche i medici veterinari dell’Asl. A quest’ultima spetta il compito dei rilievi, mentre sarà l’Istituto zooprofilattico a svolgere le analisi su quella polvere bianca che si teme possa essere veleno e che ha fatto temere per l’incolumità degli amici a quattro zampe e, non di meno, delle persone che abitualmente frequentano il parco.
La zona interessata è stata circoscritta e chiusa al pubblico
A scopo preventivo tutta la zona nella quale sono state rinvenute tracce di polvere bianca è stata circoscritta e chiusa al pubblico. Si tratta di circa 200 metri quadrati che, al momento, non sono fruibili e non lo saranno finché non si conoscerà l’esito delle analisi in corso sulla polvere bianca rinvenuta.
Ad accrescere la paura il biglietto attaccato a una pianta
Grande l’allarme tra i residenti che, oltretutto, nei giorni scorsi, come ha riportato Welcome to favelas in un post, si sono trovati un biglietto su un albero nel quale era riportato: ‘Bastardi figli di p** pensate che questa è diventata la vostra aria cani e che i bambini qui non possono giocare perché vengono prima i vostri b**? Adesso quest’area sarà l’area veleno no l’area cani. Si prega di notare polpette e wurstel avvelenati oltre al veleno per topi sparso in giro. Trovate un altro posto figli di p**’. Un avvertimento che mette paura perché ‘anche i bambini potrebbero toccare a terra’ ed entrare in contatto col veleno.
