Uscire dal mondo del lavoro anticipatamente e percepire una pensione, solo con 22 anni di contributi versati adesso è possibile. Bisognerà soltanto essere in possesso di un determinato requisito.
Di pensioni se ne parla sempre più spesso ed è uno dei temi più caldi in assoluto. Ogni governo tenta di apportare delle modifiche, nella speranza di mettere in atto alcune misure che possono rivelarsi vantaggiose per gli italiani.
Nel corso degli anni alcune di queste effettivamente hanno dato modo ai lavoratori italiani di poter uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, seppur perdendoci qualcosa.
Oggi vogliamo parlarvi di una nuova misura che permetterà agli italiani di poter andare in pensione con 22 anni di contributi versati, essendo però in possesso di un requisito specifico.
In pensione con 22 anni di contributi, ecco chi può
E se vi dicessimo che si potrebbe andare in pensione con 22 anni di contributi versati soltanto però ad una determinata età e avendo il giusto importo?
Si tratta di una realtà di cui si sta tanto parlando in questi ultimi giorni. In questo anno corrente e per il 2024 resta la possibilità per molti lavoratori di poter andare in pensione anticipatamente.
Questi potranno uscire dal mondo del lavoro senza dover necessariamente avere tanti anni di contributi versati e questo grazie alle novità che sono state introdotte dalla Manovra di bilancio.
Come già detto quindi, alcuni lavoratori potrebbero andare in pensione con 22 anni di contributi versati, grazie alle novità introdotte dalla Legge di bilancio che dovrà essere approvato in modo definitivo oppure modificato ancora una volta.
Tale legge di bilancio comprende un pacchetto pensioni e tra questi c’è proprio la nuova misura chiamata Quota 103.
Con questa misura, una volta compiuti i 62 anni di età i lavoratori potrebbero decidere di andare in pensione. Occorrono però in questo caso 41 anni di contributi versati e dunque il requisito è quello di avere alle spalle una lunga carriera.
Ape sociale e Opzione Donna, per chi sono convenienti?
Non tutti sono così fortunati da poter avere una carriera così tanto lunga alle spalle. Per questo motivo, il Governo Meloni ha pensato di prorogare ancora una volta Ape sociale e Opzione donna. Queste due misure sono state introdotte ormai diversi anni fa e sono state ritenute valide e soprattutto vantaggiose per molti italiani.
Questo perché per poter accedere alla pensione, non sono richiesti versamenti contributivi alti come per Quota 103. Per Opzione Donna, infatti occorrono soltanto 35 anni di contributi, mentre per l’Ape sociale, che ricordiamo è una misura riservata soltanto per i lavori gravosi, di anni di contribuzione ne servono soltanto 36 anni.
I disoccupati, gli invalidi ed i caregiver, usufruendo dell’Ape sociale possono addirittura arrivare ad avere soltanto 30 anni di contributi.
Ci sarebbe però un’altra un’altra problematica ovvero capire che cosa accade a coloro che hanno iniziato a lavorare molto tardi e quindi a partire dal 2000.
Gli italiani che hanno iniziato a lavorare dopo questa data, potrebbero effettivamente andare in pensione in questi mesi con le misure previste e che richiedono delle carriere corte.
Come uscire anticipatamente dal mondo del lavoro
Una di queste è la pensione di vecchiaia ordinaria, che si acquisisce una volta maturati vent’anni di contributi versati e 67 anni di età.
Gli italiani che hanno iniziato a lavorare nel 2001 e che adesso si trovano ad avere 22 anni di contributi, devono sottostare ad una ulteriore condizione. In questo caso bisognerà avere un assegno che sarà pari ad almeno 750-800 al mese, nel corso del 2023.
Ed ancora, per coloro che non hanno contributi versati al 1996 viene data anche la possibilità di poter accedere alla pensione anticipata contributiva. In questo caso, bisognerà aver compiuto 64 anni di età e aver maturato vent’anni di contributi.
Potrebbe essere utile in questo caso avere una pensione che sia pari o comunque superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Questo vuol dire ancora che per il tutto il 2023 ancora, una pensione ammonterà a 1430 euro al mese.
Sono queste le principali novità in termini di pensioni valevoli per la fine del 2023 e per il 2024. Ovviamente, salvo cambiamenti che potrebbero arrivare dopo l’approvazione della Legge di Bilancio.