Nonostante manchi ancora un mese al suono della prima campanella volta ad inaugurare il nuovo anno scolastico, la situazione si preannuncia quanto mai delicata e complessa. Infatti, stando alla denuncia dei sindacati, ci sono ancora 600 ragazzi che “brancolano nel buio”, non sanno quale istituto frequenteranno a settembre. Nella forbice sono, chiaramente, presenti diverse storie ma tutte accumunate dalla situazione di disagio che accompagna i ragazzi e le loro famiglie.
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Quando cambiare o scegliere la scuola diventa impossibile o molto difficile: la situazione a Roma
Tra i diversi casi che caratterizzano la situazione, c’è anche quello di alcuni adolescenti che usciti dalle scuole medie hanno fatto richiesta per iscriversi a licei scientifici o delle scienze umane lontani dalle loro case. Richiesta, quest’ultima, respinta in quanto nello loro classi non c’erano più posti. Ma non solo. Cresce, nel corso di queste ore, la vicenda di altri 250 studenti, bocciati al primo anni di classico o scientifico oppure promossi ma incerti nel continuare tale percorso, che vorrebbero cambiare indirizzo. Tuttavia, il trasferimento a Scienze Umane – scelta maggiormente gettonata – è pressoché impossibile perché tali scuole sono decisamente inflazionate. A ciò, si deve poi aggiungere un ulteriore tassello certamente non meno importante: la questione di allievi disabili che non trovano posti negli istituti professionali in quanto c’è carenza di insegnanti di sostegno.
Il passaggio
In merito va detto che nel passaggio dalle medie alle superiori, i genitori hanno tre opzioni da inserire nella domanda. La prima è quella maggiormente attenzionata e, spesso, i genitori strizzano l’occhio ad istituti di eccellenza del Centro che subito sono subissati dalla richieste, finendo per non riuscire ad accontentare tutti. Quest’anno il fenomeno ha riguardato 3mila studenti e se in passato faceva fede il bacino di utenza, adesso chi vive nei pressi della scuola è avvantaggiato. Dunque, chi “resta fuori”, finisce in una sorta di “lotteria”, finendo per a far fronte – suo malgrado – a tutte le vicissitudini pocanzi viste.