L’elettricista voleva provarci con la signora sposata, in una scena che, seppur avvenuta all’estero, ha contraddistinto le storie della commedia all’italiana. Lui, sfacciato quanto affascinante, gli ha lasciato un bigliettino sul tavolo il giorno dell’intervento in casa, con scritto: “Se vuoi divertirti, ci sono”. Lei, fedelissima, per vendicarsi dell’affronto lo ha svergognato attraverso i social network, pubblicando un breve video su TikTok.
L’elettricista ci prova con la signora sposata… e finisce male
Lui credeva di poter portare in porto un’avventura da una sola notte con l’avvincente signora. Magari con lo stesso modo in cui approcciava altre clienti, probabilmente anche riuscendoci nell’intento. Mai avrebbe immaginato, però, di trovarsi davanti una tiktoker famosa, che nel giro di pochi minuti ha pubblicato quel bigliettino così sfacciato, di fatto umiliando il tecnico che era venuto a sistemargli casa.
Allibita la tiktoker
“Sfacciato, volgare e spinto. Un lavoratore da evitare”. Questo il giudizio dato alla fine dei giochi, dalla nota tiktoker americana. Nessuna scena degna di Carlo Verdone, ma solo tanto sdegno da parte di quella donna. Signora che, oltretutto, ci tiene a sollecitare come “ami il proprio marito” e “sia felicemente sposata”. Ma l’elettricista, a questo punto, si aspettava tutto ciò? Pensiamo proprio di no.
L’elettricista non mollava il corteggiamento
Il lavoratore occorso in casa della tiktoker, come racconta lei, “forse si era innamorato”. Infatti, in più occasioni aveva provato a corteggiare la signora. Un atteggiamento definito “non professionale”, ma soprattutto esagerato, specie se poi la donna aveva specificato in tutte le occasioni possibili che “ricambiava il corteggiamento” dell’uomo. A essere sinceri, lo riteneva “esagerato e fastidioso”, davanti a un uomo che non si arrendeva davanti l’evidenza di essere respinto. Una situazione che, di fatto, oggi in maniera analoga tocca tante ragazze e soprattutto donne in giro per il mondo, con uomini che rifiutano l’idea di essere respinti.
