Potrebbe essere un’area da dedicare allo sport all’aperto, ai giochi per i bambini. Potrebbe diventare un parco, con un percorso che si ricollega al “Sentiero Pasolini“, che si snoda – passando da Ostia Antica – fino a Casal Bernocchi, costeggiando l’ansa del Tevere. Potrebbe essere un luogo meraviglioso, immerso nella natura, con Tor San Michele che svetta imponente. Potrebbe. E invece no. È solo l’ennesimo scempio di Ostia, con le sue discariche a cielo aperto, con le baracche, con i rifiuti dati alle fiamme. E con sbandati che, senza alcun rispetto di chi abita a pochi metri, si abbassano i pantaloni e defecano tranquillamente, a qualsiasi ora del giorno.
Tor Michele, perla nel più completo degrado
Siamo a Ostia Ponente, nella parte finale di via dell’Idroscalo. Di fronte c’è il Parco Letterario Pier Paolo Pasolini, situato all’interno dell’Oasi naturale gestita dai Volontari del Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia. Di fianco scorre il Tevere, ancora per pochi metri, prima di tuffarsi in mare. Di fronte, via degli Atlantici. Qui, maestosa, c’è Tor San Michele, costruita su progetto di Michelangelo Buonarroti nel 1559. Ma la torre di avvistamento, che potrebbe essere un richiamo per residenti e turisti, così come il luogo dove venne ucciso Pasolini, ora finalmente rivalutato dopo anni di incuria, non solo è inaccessibile e in stato di abbandono, ma è circondata da rifiuti di ogni tipo.
Geograficamente parlando, la zona è molto bella e potrebbe essere sfruttata al meglio, sia turisticamente che per gli ostiensi. Lo dimostra il locale, ormai chiuso da tempo, che si trova di fronte alla torre. Varcando la soglia di quello che una volta era un lounge bar: prato esterno curatissimo, darsena sul Tevere con affaccio su lussuosi yacht, patio in legno e sala interna. Qui un tempo venivano anche clienti vip, come Francesco Totti e Ilary Blasi. Ma basta voltarsi per tornare alla realtà: erba alta, sacchi neri con all’interno quella che si presume essere spazzatura addirittura proprio appoggiati al muro della torre, materassi seminascosti nel canneto. E poi ancora frigoriferi, mobili vecchi, addirittura un letto con contenitore. Scatoloni, plastica varia, giocattoli per bambini ormai inutilizzabili.
Telecamere “finte”
Lungo la strada, sempre qui in via degli Atlantici, tra una discarica e l’altra, sui pali ci sono i segnali che avvertono della presenza delle telecamere di videosorveglianza. Peccato che non ce ne sia neanche una. Se i segnali – con il logo del Comune di Roma – sono stati mesi come deterrente per gli “zozzoni” che vengono qui e si divertono con il “lancio” dei rifiuti o direttamente con lo scarico dei mobili e degli altri ingombranti, ebbene non funzionano.
Il degrado, infatti, è sotto gli occhi di tutti. Da anni. Eppure nessuno, a livello istituzionale, si muove in modo serio. La struttura era entrata a far parte degli immobili artistici su incarico della Soprintendenza Archeologica di Ostia Antica nel 1892, ma a partire dal 1994 è passata in consegna alla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Roma. Un paio di settimane fa è stata fatta una sommaria bonifica, togliendo alcuni rifiuti – non tutti, molti sono rimasti – nella parte iniziale della strada, lasciando però intatte le discariche limitrofe all’ansa del Tevere. Ma il problema rimane: qui gli incivili vengono a scaricare di tutto. E, cosa ancora più grave, all’interno dell’area protetta dal vincolo ambientale la situazione è peggiore rispetto a quella fronte strada, con veri e propri accampamenti e discariche ovunque.
“Pulisco la strada da sola”
Passando oltre il canneto, addentrandosi verso l’interno, ci si ritrova immersi non solo nel verde, ma anche nei rifiuti. Qui si trovano tracce di incendi, tende e casupole, e poi ancora decine di altre discariche. Reti, materassi, mobili, calcinacci, materiale ferroso, passeggini, carrelli della spesa, bombole del gas. Si può trovare di tutto. La vegetazione in molti punti è devastata. Uno spettacolo desolante. Altre due roulotte e una tenda sono a bordo strada, anche queste circondate da rifiuti.
“Qui davanti è tutto pulito perché ogni giorno pulisco io“, spiega una donna. Siamo proprio all’inizio di via degli Atlantici. Questo è l’unico tratto senza immondizia. “Ma il problema non è solo questo. Qui manca ancora l’acqua potabile”. La residente scende nei dettagli. “Abito qui da 55 anni. Qui prima era davvero un bel posto. C’erano i cavalli, ma anche i maiali e le pecore. Bastavano questi animali per tenere tutto pulito. Adesso i veri maiali sono gli esseri umani, quelli che vengono qui ad abbandonare i rifiuti. O, peggio ancora, a fare i loro bisogni davanti casa mia, sia di giorno che di notte, senza pudore”. La signora è schifata, a ragione. “Qui a defecare o a urinare non vengono gli animali. Ma gli esseri umani. E le assicuro che non è uno spettacolo piacevole”.
“Impegno comune”
L’anno scorso un violento incendio ha messo a rischio l’intera zona verde. “Sono sono esplose alcune bombole del gas lasciate incustodite, le fiamme sono arrivate a lambire le officine delle auto che si trovano qui accanto”, racconta Manuela Fuso, del Comitato Cittadino Ostia Ponente. “Non vogliamo più correre un pericolo del genere, ce la siamo davvero vista brutta”. Nel corso della “passeggiata contro il degrado” organizzata da Mauro Delicato, che da sempre si dedica al territorio, sinistra e destra per una volta si dimostrano unite. Marco Possanzini suggerisce di mettere in funzione le telecamere di sicurezza per sorvegliare l’area demaniale, così come Monica Picca, che chiede anche una bonifica totale. Entrambi sono d’accordo nel coinvolgere associazioni e cittadini, per attività ludiche e culturali da svolgere in quest’area attualmente abbandonata.
Per Alessandro Aguzzetti il problema comprende anche dall’educazione civica dei cittadini, che sicuramente manca. Il Municipio non ha competenza diretta riguardo la pulizia di quest’area, ma, assicura, a settembre verrà richiesto chi di dovere di occuparsene. Dello stesso parere Massimiliano Mambor, per il quale serve assolutamente evitare lo scaricabarile tra enti, per difendere e mettere nella giusta ottica l’opera architettonica di Michelangelo. Chiede maggiori investimenti sul territorio Cristiano De Cupis, da utilizzare proprio a partire per la raccolta dei rifiuti, ma anche della sicurezza e dell’educazione civica dei cittadini, istruendoli sin da bambini ad amare e rispettare la città e il bene comune, per evitare che si debba agire sempre attraverso interventi straordinari.